Sporting Beach: la grande saga a puntate. Prima puntata
Cominciamo la nutrita serie di puntate per riparlare di Sporting Beach, ma supportati dai documenti avuti da legittimo accesso agli atti presso la Regione Liguria, dato che il Comune di Portovenere, come spesso fa, ci impedisce illegittimamente di visionare o estrarre copia. Come sapete, si tratta di uno stabilimento in zona Olivo per il quale sta per concludersi l’iter di sanatoria paesaggistica, ma di fatto concluso visti i pareri favorevoli di Soprintendenza e Comune (se non già concluso ufficialmente per mano dei locali secret agents). La sanatoria paesaggistica servirà anche a dare il via libera alla sanatoria urbanistica, altrettanto interessante (quasi replica della prima), e che rimane ad esclusivo appannaggio dell’ente comunale. Figo no?
E partiamo proprio da questo secondo aspetto, contenuto anche nell’istanza di sanatoria paesaggistica, che era quello tenuto ben riservato e che si teneva a non divulgare. Ma, come sappiamo, gli atti devono essere pubblici in quanto attinenti a delibera dirigenziale impugnabile, resa pubblica sul sito della Regione, inerente zona vincolata paesaggisticamente, all’interno della fascia dei 30 metri previsti dal Codice della Navigazione, più diversi altri aspetti che fanno si che gli atti debbano essere mostrati a chiunque, sulla base della tutela paesaggistica e più generalmente ambientale, Dlgs. 195/05, a buona memoria del nostro difensore Civico Regionale e del Comune di Portovenere.
Gli aspetti sono molteplici, alcuni veramente spassosi, dato che vengono giustificati in maniera estremamente acrobatica, anche quando contornati da apparenza tecnico-scientifica, degna del Mago Oronzo. Ci faremo, infatti, anche notevoli e sane risate nelle prossime puntate.
Come prima chicca, la cosa interessante da mostrare ora, è proprio una parte più recondita degli abusi, ovvero una serie di cabine fatte all’interno di un sottopasso che collega la spiaggia all’area interna frontale all’Hotel Royal. Il “tunnel”, come definito nel documento, è stato ridotto di circa la metà in larghezza, e su una metà è stata fatta una fila di locali in muratura, come cabine, spogliatoi, depositi e locale pronto soccorso. Locali, in pratica, sotterranei, fatti in barba al titolo edilizio ed a ciò che ne deriva, da chissà quanto tempo (vedremo con precisione in seguito).
Per chi volesse documentarsi in merito agli antefatti consigliamo:
- Quando una scogliera artificiale cancella una spiaggia, del 30/04/2013
- Silenzio si sanano abusi insanabili, del 31/05/2014