I nostri incursori tutelano la democrazia, non altro

/ Novembre 11, 2019/ amministrazione, disinformazione, Partigiano Civico, politica, Solidarietà

I giochi di guerra e le allusioni al fascismo della Xa MAS fanno male alla democrazia e a chi le sottovaluta, soprattutto alle istituzioni che chiudono gli occhi, o ci vedono benissimo. Gli incursori tutti non meritano che il loro duro lavoro venga svilito da queste insinuazioni, soprattutto dopo il recente evento in IRAQ.

Sabato scorso, 9 novembre 2019, a Portovenere si è tenuta “una manifestazione, due modalità sportive: gara O.C.R. (obstacle course race)” ed “evento BLADE, evento sportivo non competitivo di gruppo, formato da prove di resistenza mentale e fisica.“.

Il resto lo leggete sul volantino qui sotto.

E’ in bella evidenza un pugnale (ripetuto), che non ha la parvenza da uso cucina. In alto da sinistra si nota lo stemma del corpo degli incursori della Marina Militare (COMSUBIN), il simbolo del Comune di Portovenere e altri loghi degli organizzatori. Tra questi si nota una bella X rossa, di decima, che sarebbe impossibile non vedere come un richiamo allo stemma della Xa MAS.

Quindi, una combinazione? Non si direbbe proprio, dato anche il contesto e il testo del volantino, pure nella retorica degli stessi organizzatori, in particolare sui rispettivi siti web, che vi risparmio.

Metteteci poi, i mezzi blindati della Marina Militare, i percorsi “di guerra” e c’è poco da filosofeggiare. Il concetto è chiaro, l’attività “sportiva” è incentrata a simulare un campo di addestramento militare tout court, con i vari esercizi correlati. Le foto dei ragazzi in mimetica, ovviamente, non potevano mancare (alcuni giornali le hanno pubblicate).

Insomma la parvenza non è da evento sportivo “normale”, tipo Olimpiadi, dove prevale l’amicizia tra le persone e i popoli, la pace, ecc. ecc. … .

Siamo poi, in epoca di sottovalutazioni: sono ragazzi, c’è un po’ di goliardia, tanto il passato non torna. Nel frattempo abbiamo sdoganato tante altre cose: il linguaggio violento nella politica, l’uso di simboli di quel passato, la presenza alle elezioni di forze politiche apertamente anticostituzionali. Giorno dopo giorno, una cosa in più, una cosa alla volta. La tolleranza alle rappresentazioni antidemocratiche diventa sempre più una prassi.

Nel contesto locale, poi, aggiungiamo un elemento di non poco conto, un consigliere di maggioranza, già citato su questo blog per un atteggiamento non proprio consono nei confronti del caso di Giulio Regeni.

Del sig. Emilio Di Pelino, ora, abbiamo anche l’immagine usata sul suo profilo WhatsApp, credo non usata anche su Facebook. Chissà come mai, se non ne sente la vergogna, ma anzi l’orgoglio. L’immagine è, guarda caso, il simbolo della Xa MAS. Coincidenza?

Il sig. Di Pelino è un maresciallo incursore in pensione.

In tutto questo, chi ci rimette di più? A chi conviene trascinare un’associazione di idee (e chissà cos’altro) incursori della Marina Militare e rigurgiti fascisti? Nella nostra democrazia, per chi apprezza e crede nella Costituzione, non ci può essere una continuità e contiguità tra un corpo militare che era parte di uno Stato dittatoriale e antidemocratico, la Xa MAS e il corpo degli incursori della Marina Militare COMSUBIN, che è nato parte integrante di un sistema democratico, operando a difesa della Repubblica Italiana.

In tutto questo non può certo passarsi come l’ennesima leggerezza, ragazzata goliardica, vedere la sponsorizzazione del Comune di Portovenere e della Marina Militare per un’iniziativa che di sportivo richiama poco. Il termine “giochi di guerra” è quantomai un ossimoro. Non può esserci gioco, divertimento, soprattutto per un essere umano evoluto, nel prepararsi alla guerra, alla lotta fisica, all’omicidio. Il lavoro degli incursori è fondamentale per la difesa di un paese democratico come il nostro, non può essere trascinato nel gioco e nel gioco delle allusioni, evidenti, al passato fascista. Chi ci rimette in tutto questo è il Comune di Portovenere con l’amministrazione Cozzani, certamente, che dimostra leggerezza e scarsa propensione alla sensibilità delle nostre radici democratiche. E non per la prima volta. Ma ancora di più ci rimette la Marina Militare e lo stesso corpo degli incursori che, con tragica coincidenza, ha subìto un pesante attacco terroristico in IRAQ.

Gli incursori feriti, assieme agli altri membri dell’esercito italiano, sono la dimostrazione che il loro è un lavoro duro, serio, su cui pesa un responsabilità enorme: la difesa della democrazia dall’estremismo islamico, nel caso specifico. Questo lavoro non è sport, ma rischio estremo per la vita. Proprio perché tutti noi dobbiamo a questi ragazzi feriti un pezzo della nostra libertà, non possiamo fare spallucce di fronte a queste chiare allusioni al neofascismo. Loro rischiano per la democrazia, la libertà, non per altro. Non trasciniamo il nostro presente, il nostro futuro e sicuramente il nostro passato su versanti che non vogliamo più vedere. Però è chiaro, c’è chi per ignoranza, o per malafede, a quel cattivo passato vorrebbe tornare. Ricordiamo allora, che la Repubblica è nata col sacrificio di uomini e donne che hanno dato la vita, ma sta a noi tutelarla, giorno per giorno. Sottovalutare, giorno per giorno, invece, vuol dire lasciare morire tutto questo. Un domani potrebbe non esserci un nuovo fascismo, ma solo per nome, perché se non sarà democrazia, se non si chiamerà fascismo, cambierà ben poco. Nulla.

La mia solidarietà ai militari feriti è gratitudine, non allusione ad altro che non sia la difesa della nostra Repubblica democratica.

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