#SalvaLeSpiagge con una firma. Gli abusi ci tolgono il mare.

/ Maggio 20, 2017/ abusi, ambiente, spiagge, Sporting Beach - Portovenere (SP)

Dalla massicciata abusiva presso lo stabilimento Sporting Beach a Portovenere (SP), patrimonio UNESCO, a tutti i piccoli e grandi soprusi sparsi lungo la penisola e le sue isole. Con la petizione #SalvaLeSpiagge si vuole chiedere più tutela per le nostre coste, sempre più devastate da speculazioni edilizie o di fatto svendute. Cominciamo a salvarle, da subito!

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Un caso simbolico di cui scrivo da tempo, localmente certamente importante, finalmente approda anche sulla carta stampata, grazie a Sondra Coggio che ne scrive su Il Secolo XIX. Si tratta di una massicciata abusiva, all’apparenza posta come difesa costiera, in realtà creata da privati per interessi altrettanto privati. La questione Sporting Beach, stabilimento balneare di Portovenere, è emblematica di come nel nostro paese sia possibile sanare situazioni formalmente insanabili, a maggior ragione in luoghi tutelati da vincoli paesaggistici importanti. Non per nulla Portovenere, come le confinanti Cinqueterre della provincia spezzina, è tra le località patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO.

Questo caso mi ha fatto credere necessaria una nuova normativa, più specifica e più mirata a tutelare le nostre coste. Il demanio marittimo rimane un bene di interesse nazionale, la materia non può essere delegata ai soli Comuni o Regioni. E’ necessario un controllo da parte di un ente, o di un’agenzia specifica (ad esempio ISPRA), che abbia una visione nazionale delle nostre coste. Il tutto per poter uniformare la tutela, sganciandola, allo stesso tempo, dagli interessi locali. Un ente che possa supervisionare la gestione delle nostre coste, del resto, ha un senso in quanto esse sono anche il nostro confine, il nostro accesso al mare, non solo dal punto di vista doganale (come formalmente è), ma anche per l’impatto umano che ne deriva. La cementificazione ne è un segno evidentissimo.

La petizione #SalvaLeSpiagge, che ad oggi ha portato a raccogliere oltre 300 firme, nonostante la quasi totale assenza di campagna pubblicitaria e di sostegno da parte dei media, vuole portare all’attenzione un caso specifico per dimostrare quanto possa essere aggirabile il sistema di tutela delle nostre coste. Per questo, nella lettera indirizzata al Ministro dell’Ambiente, si espongono sia la questione nazionale, sia quella locale che è segno evidente di una necessità nazionale, proprio perché un caso tra tanti.

Il tema è: esiste, ed è già applicato, un effettivo ed efficace sistema di tutela delle nostre coste? La domanda non è peregrina se avrete la pazienza di approfondire il caso specifico. Ecco perché chi firma vuole chiedere al ministro di agire, subito, per salvare una spiaggia e per salvarle tutte. Soprattutto prima che sia troppo tardi.

La costa è via di accesso al mare, come tale un diritto, svenderlo sarebbe un danno permanente. Le generazioni future troverebbero solo cemento, cancellate e reti, se non massicciate abusive.

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