Portovenere (SP): i dati Covid-19 chiusi in un cassetto. Zero in trasparenza.

/ Giugno 28, 2020/ amministrazione, Covid-19, disinformazione, trasparenza, tutela consumatori

Il sindaco Matteo Cozzani chiude le porte alla trasparenza sull’epidemia di Covid-19 nel Comune di Portovenere, persino a posteriori.

Altre brutte storie di trasparenza negata a danno della collettività. In questo caso scriviamo di epidemia da Covid-19. In altre regioni, come Lombardia e Marche, vediamo i dati ripartiti per Comune, oltre che per provincia e complessivi per Regione. In Liguria siamo sui generis, i dati ci arrivano ripartiti per ASL e alcune strutture ospedaliere specifiche, poi, dalla protezione civile li leggiamo per province e a livello regionale. Francamente, da semplice cittadino, come faccio a rendermi conto dell’andamento epidemiologico nella mia realtà locale, il Comune, o il paese, sui dati divisi per ASL? L’unico senso che ci trovo è proprio il contrario, non fare capire cosa succede nel proprio Comune. Per non allarmare, o per occultare? In ogni caso per non rendere palese l’efficienza, o meno, delle misure di emergenza o preventive. Poi conosciamo le polemiche e le problematiche accadute, soprattutto a livello ASL 5 Spezzino: tamponi persi, assenza di percorsi e reparti dedicati Covid, più altro. C’è anche da dire che, alcuni Comuni della provincia spezzina non hanno avuto remore a dare i dati specifici per città o paese.

Su questa base ho inoltrato una serie di istanze di accesso ai dati Covid, prettamente numerici, su numeri di positivi, ricoverati, intensive, ecc…. Dati di cui abbiamo ormai la nausea per i bollettini giornalieri a livello nazionale. Le istanze le ho inviate ad ALISA (l’agenzia sanitaria regionale), alla ASL 5 “Spezzino” e al mio Comune, Portovenere. Nel frattempo, fra i vari DPCM è arrivata la sospensione della normativa in merito all’accesso, poi prorogata fino al 15 maggio. Nonostante ciò, ALISA mi ha risposto a stretto giro, una risposta che in breve si riassume: a noi i dati arrivano così dalla ASL. Già, peccato che siano loro a dire alle ASL come inviarli. Non solo, ALISA ha dato un ordine perentorio a tutte le ASL della regione: trasmettere i dati solo ad ALISA, per opportuna (o meno) centralizzazione esclusiva e a nessun altro. Addirittura le ASL, sarebbero venute meno ai loro obblighi di pubblicazione sui rispettivi siti istituzionali online. Aspetto che meriterà una valutazione da parte di ANAC, credo. Uno degli enti più inutili con cui abbia avuto a che fare in tema di trasparenza.

Ebbene, ripartiti i termini di legge dal 15 maggio, ho prima avvisato ASL e Comune di Portovenere, poi sollecitato e, infine, diffidato ad adempiere, dato l’assoluto silenzio. La ASL ancora insiste nel proprio strettissimo riserbo, quando i termini della diffida si avviano alla scadenza. E, a questo punto, non mi resterà che la denuncia per omissione di atti d’ufficio, art. 328, comma 2 c.p..

Mentre, il Comune di Portovenere, più saggiamente, ha scelto la risposta non risposta. Tanto per evitare una denuncia, ma evitando pure di mostrare un atteggiamento più aperto alla trasparenza. Questo a danno della comunità, non certo mio personale.

Per chi volesse approfondire, questa la mia istanza, in cui chiedevo una pubblicazione giornaliera, online, dei dati divisi per frazione (Portovenere, Le Grazie e Fezzano), dall’inizio del fenomeno al termine, sia giornalieri, che cumulativi, riguardanti:

  1. numero dei positivi;
  2. numero dei tamponi effettuati;
  3. numero delle persone in isolamento domiciliare;
  4. numero delle persone ricoverate;
  5. numero delle persone in terapia intensiva;
  6. numero dei deceduti;
  7. numero dei guariti a casa;
  8. numero degli ospedalizzati dimessi;
  9. numero dei non più positivi;
  10. numero delle sorveglianze attive.

Ebbene, ecco la risposta non risposta del sindaco Matteo Cozzani, in persona, con nota del 25 giugno 2020.

Oltre a negare i dati pregressi per le poche voci (3), reputate nella disponibilità del Comune, il sindaco si adopera in una classica giustificazione del carico di lavoro, del tutto improponibile, visto che parliamo di dati acquisiti e archiviati, senza necessità di alcuna elaborazione. E’ una motivazione che, in sé, da perfettamente l’idea dell’assenza di una minima volontà di trasparenza. Non solo, si giunge al punto da esprimere implicazioni sulla privacy. Aspetto del tutto assurdo, come se conoscendo il numero dei positivi, o degli isolati, o in sorveglianza attiva, pure per frazione, si sapesse a priori il nome, cognome e indirizzo della persona interessata. Informazioni che, comunque, in genere, passano di bocca in bocca, magari errate, per dinamiche di paese. Non certo per vie formali. Chiaramente, quelli da me richiesti, sono dati che esulano da quelli prettamente definiti “sensibili” e corrispondenti ad un individuo specifico, o ad un gruppo familiare.

Questa la mia risposta in data odierna, 28.06.2020:

Illustre sindaco, che brutta figura, a prescindere da ricorsi e formalità. Lo capisce veramente anche un bambino che, la sua, appare una risposta indegna di un amministratore pubblico, in generale. Soprattutto con “la trasparenza” al primo punto del proprio programma politico. Chissà, poi, quanto si è divertito a fare quello specchietto da prima elementare con scritto zero, zero e zero. Contento lei, ma spero che i cittadini prendano coscienza.

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