Sanatoria Le Terrazze di Portovenere (SP): clamorosamente dimenticata la scogliera edificata in abuso
La Procura della Repubblica spezzina sequestra solo una parte delle opere abusive in area demaniale. Dimenticata la scogliera edificata in abuso. Sono le premesse chiare ad un’altra sanatoria farlocca, come per lo Sporting Beach. Stesso copione.
Ormai è assodato, la sanatoria imbastita dal Comune di Portovenere sta eludendo la scogliera edificata in abuso. Ovvero gli scogli, i massi, messi appositamente per poi formare l’abuso del primo gradone a mare in cemento e pietra, con le relative tre scalinate. Il trucco c’è, quindi, e ora si vede.
Combinazione, tra un passaggio e l’altro, il mio esposto (e tutte le PEC successive) è finito nel dimenticatoio proprio nella parte più importante, nonostante planimetria implicitamente chiara nel verbale ispettivo dell’Agenzia del Demanio. Ma, come ho scritto altre volte, sono le parole mancanti quelle che poi contano, anche se la logica va a farsi benedire. E le parole erano: circa 200 mq. di scogliera CREATA IN ABUSO.
Uno ad uno, gli attori di questa sanatoria anomala, senza alcun ordine di messa in pristino, come imposto dall’art. 54 del Codice della Navigazione (v. condanna penale del gennaio 2019), stanno cadendo dal pero. Come se la scogliera creata in più non fosse stata necessaria per mantenere le apparenze di progetto regolare, ma traslato tutto di circa 5-6 metri verso mare, occupando una fascia di specchio acqueo di eguale ampiezza. Stiamo scrivendo di un tratto di costa a picco sul mare, non di una spiaggia che degrada verso l’acqua. Qui non ci sono le variazioni di marea, l’erosione o l’espansione costiera dettata dai moti marini. Quindi, come avrebbero potuto fare un abuso del genere, semplicemente eliminando la scogliera autorizzata col progetto precedente del 1999, sotterrandola col primo gradone in pietra e cemento, senza lasciare davanti una scogliera apocrifa, creata alla bisogna, per mantenere le apparenze? Eppure l’avevo scritto e documentato chiaramente nell’esposto.
Come per lo Sporting Beach, si sta ripetendo lo stesso copione, ignorare la scogliera abusiva, per non toglierla, per fare una messa in pristino parziale, una presa in giro. E ora le giustificazioni sono da vera e propria commedia dell’equivoco.
Le parole sono importanti, infatti, quando spariscono quelle decisive, chiarificatrici, significa che le intenzioni stanno cambiando, sono cambiate.
Cari signori del Comune, della Regione, dell’Agenzia del Demanio, della Capitaneria di Porto e della Procura, guardate le carte, le mappe, le planimerie, le mappe catastali e le fotografie aeree storiche, ci vuole veramente poco. Magari rileggete il mio esposto di origine e pure la primissima informativa della Capitaneria di Porto nel fascicolo della condanna penale del gennaio 2019. Vedrete che state dimenticando un pezzo, il pezzo più importante. Guardate la linea di costa come è cambiata, non certo per i marosi, da curva è diventata dritta. Però, la natura, che scogliere dritte che sa fare. Ma davvero siamo ancora a questo punto?
Per fare bene il vostro lavoro, sovrapponete una mappa catastale attuale ad una fotografia aerea o satellitare dello stato attuale. Proprio come fa il SID, il sistema informativo del demanio marittimo del MIT. Tenete conto che la proiezione Z della mappa catastale (fascia costiera) è stata elaborata poco prima dell’anno 2000, sulla base di scansioni aeree effettuate lungo tutta la penisola, ed è molto, ma molto affidabile, soprattutto dove l’erosione costiera non ha avuto grande margine, come le scogliere a picco sul mare.
Sovrapponete due foto aeree: una precedente all’anno 2000 e un’altra successiva al 2000. Visto la costa, nella zona di interesse, come è diventata dritta da curva che era?
Vi chiederete, voi che state seguendo, come abbia fatto a leggere nel pensiero di questi signori. Mi è bastato sapere che la Procura, qui la mia grande sorpresa, oltre ad autorizzare (su istanza?) l’accesso al mare dallo stabilimento “Le Terrazze”, attraverso un’area sotto sequestro (il miracolo, con parere favorevole della CP), in realtà, non aveva sequestrato tutto il sequestrabile. Infatti, si autorizzava a scendere solo dalla scala centrale, ma poi sulla scogliera erano riapparse tre pedane: due agli estremi ed una al centro della scogliera.
Quindi, era chiaro che si potesse transitare sull’intera scogliera. Che senso aveva? Il senso era, appunto, che la Procura, sulla base di ciò che era stato rappresentato da tutti quei signori sopra, in particolare la Capitaneria di Porto delegata alle indagini (almeno dell’indagine che sfociò nella condanna) e al sequestro, aveva sequestrato solo il primo gradone in pietra e non tutta l’area creata in abuso, che include la scogliera posizionata ex novo nell’anno 2000. Incredibile!
Ed ecco anche perché non deve essere stato così difficile ottenere un pass speciale (chissà con quale modalità) per attraversare un’area sequestrata, visto che davanti c’è una bella scogliera “naturale” come un muro di calcestruzzo, ma soprattutto abusiva. Questo con il placet della CP, che il SID lo dovrebbe conoscere bene, visto che dipende dallo stesso ministero.
Tralascio ciò che ho sentito in merito a motivazioni più o meno valide su questo sequestro parziale. Perché insostenibili. Fatto sta, questa carenza operativa denota una carenza informativa, perfetta, però, per anticipare la “sanatoria” che verrà.
Questa volta, però, non ci sto e spero non ci stiano i cittadini e le autorità apicali di questo paese. Le cose vanno fatte per bene e in maniera completa. Oltre al gradone, tutti i muri abusivi e abusi nella fascia dei 30 metri dalla dividente demaniale (art. 55 C.N.), VA RIMOSSA ANCHE E SOPRATTUTTO LA SCOGLIERA EDIFICATA IN ABUSO. Altrimenti diventerà, nel medio e lungo periodo, ne sono sicuro, carne di porco per pochi eletti. Proprio come dovrà, presto o tardi, essere rimossa completamente la scogliera abusiva davanti allo stabilimento Sporting Beach. Perché, anche lì, la storia non è finita, in quanto opera insanabile e mai sanata. Un copione che si ripete.