Le Terrazze Portovenere (SP) – Come scambiare le mele con le pere

/ Marzo 28, 2021/ abusi, ambiente, amministrazione, giustizia, Le Terrazze - Portovenere (SP), spiagge, trasparenza

Capitaneria di Porto e Agenzia del Demanio molto timidamente accennano a dissensi sulla sanatoria, ma il Comune di Portovenere risolve con escamotage da maestri.

Ci sono veramente molti aspetti da esporre, anche incredibili, in questa sanatoria-porcellum de “Le Terrazze”. In un certo senso, ogni ente coinvolto merita uno o più capitoli a parte. Per il pregresso vi invito a leggere gli articoli elencati alla fine di questo testo, o linkati al testo. In questo articolo vi mostro una nota scritta dall’architetto Simone Cananzi, come responsabile dell’Area Edilizia, che dà il senso a questa sanatoria totalmente cieca sui dati di fatto, ovvero sull’abusività dei massi buttati in mare dal 2000 (in parte anche prima), per interrare un’area marina di circa 350 mq. di superficie, con lo scopo di espandere lo stabilimento privato. Il gioco di questa sanatoria è, infatti, negare l’evidenza, ma soprattutto quanto già accertato da una perizia tecnica, ovvero il verbale ispettivo dell’Agenzia del Demanio, il quale ha portato alla condanna penale definitiva dell’amministratore dello stabilimento “Le Terrazze”.

La nota del Comune a cui mi riferisco, della quale vediamo prima gli immediati antefatti, è datata 25.01.2021, fa seguito all’andamento dei lavori presso l’area demaniale marittima, oggetto della sanatoria, e a due pareri provenienti da altrettanti enti, l’Agenzia del Demanio e la Capitaneria di Porto. Badate bene, questi sono gli unici due enti che, in qualche modo, hanno dato qualche timido segnale di dissenso. L’Agenzia del Demanio si trova, poi, in aperta contraddizione tra quanto accertato nel verbale ispettivo, dichiarato in alcune note e i pareri favorevoli con qualche ma, tanto che in una nota ha chiesto di conoscere in anticipo la posizione degli altri enti. Disagio?

Siamo a gennaio 2021 inoltrato quando, in pratica, la massicciata abusiva non è stata rimossa, ma già incrementata, come stabilito in sanatoria con le parole magiche come “rimozione totale delle opere di prima fascia” e poi “opere di adeguamento“. Con la prima frase, molto pomposa, si intendevano come opere da rimuovere quasi nulla. Ovvero, semplicemente dimezzare l’altezza del primo muretto a mare, parallelo alla costa, e altri semplici abbassamenti del muro perpendicolare alla costa, a confine con la spiaggia libera. Con la seconda frase, molto discreta, “opere di adeguamento“, invece, si intendeva l’arrivo di una notevole quantità di massi ciclopici per incrementare ed alzare ulteriormente la massicciata abusiva. In concreto, ottenendo un livellamento ed ampliamento verso monte della prima superficie della gradonata a mare. Un’operazione di facciata, in pratica zero rimozione della massicciata abusiva. Che miracoli può fare la lingua italiana, se adoperata nei modi “giusti”!

Ebbene, il 20.01.2021 il comandante Giovanni Stella della Capitaneria di Porto di La Spezia, a riscontro e in merito alle fasi dei lavori eseguiti e in corso, scrive la nota che è un po’ la fotocopia di quanto riportato nei precedenti pareri o mezzi-pareri, che ribadisce.

In pratica, parere favorevole per quanto attiene i soli profili della sicurezza in mare, ma non si esprime sul resto, che lascia all’espressione degli altri enti competenti citando, però, riferimenti di legge in merito alla insanabilità delle opere abusive sul demanio marittimo. Un po’ come scrivere fra le righe: però fate attenzione a sanare ciò che è insanabile, ma non dico se questo è il caso. Come lo possiamo chiamare, parere a denti stretti? Mettiamo in conto che, in questo caso, la C.P. ha un piede in due scarpe, una come ente competente a rilasciare pareri tecnici per la sanatoria in corso, ed un’altra come polizia giudiziaria delegata dalla Procura, nell’ambito del fascicolo penale tuttora aperto su questa vicenda. E’ anche vero, però, che il Comune ha trattato questi “pareri-a-metà” come favorevoli e li ha sempre verbalizzati come favorevoli, senza che il comandante Stella criticasse alcunché, almeno per quanto ho riscontato nelle carte. Devo poi aggiungere che la C.P. è anche competente per quanto concerne la tutela del libero accesso al mare e sulla fascia di pubblico transito lungo la battigia, anche questo necessario in caso di emergenze, da o verso il mare. Mi chiedo, quindi, perché non si sia mai espressa, in sanatoria, a riguardo del muro laterale che si frappone con la spiaggia libera, come altri enti. In ogni caso, credo che questa ambiguità sui pareri della C.P. vada prima o poi risolta, ma ne scriverò ulteriormente, più in dettaglio, in un prossimo articolo.

Sempre in merito allo stato dei lavori, l’Agenzia del Demanio scrive il parere del 21.01.21. Queste le parole del direttore regionale per la Liguria, dott. Mario Parlagreco, per il tramite dell’avv. Pietro Chiari: “(…) la Scrivente evidenzia la necessità che quanto posto in essere dal privato debba precisamente corrispondere a quanto disposto nella citata determinazione, con particolare riferimento alla correttezza e piena corrispondenza degli interventi demolitivi e di ripristino. In merito, si rimanda alla competenza esclusiva degli Enti interessati dal punto di vista urbanistico e edilizio, paesaggistico e di gestione amministrativa del demanio marittimo, oltre agli aspetti più prettamente collegati alle pendenze penali in corso. (…)“. Sembra si voglia dire qualcosa tra i denti (anche qui), che però non si mette mai nero su bianco in maniera netta. Come mai questa timidezza? Solo un problema di competenze e di correttezza, o prassi istituzionale?

Ma la parte migliore viene dall’architetto Simone Cananzi, con la nota del 25.01.21, prima annunciata, di replica ai pareri appena visti. Mossa tattica principale, l’architetto propone un sopralluogo congiunto per il 05.02.21, di cui sarà interessante reperire i documenti, da cui non mi aspetto nulla di nuovo.

Punto seguente è invece la risposta, direi anche piuttosto piccata, dell’architetto Cananzi al parere mellifluo della C.P., in merito ai balenati abusi insanabili. Qui esce, forse, anche la competenza degli avvocati a cui il Comune potrebbe essersi rivolto, per scrivere in punta di diritto. Per farla breve, si ribatte che la normativa a cui si riferisce la C.P. (D.L. 269/2003) ha valenza nell’ambito di un passato condono edilizio e non della sanatoria in corso. Vero, la C.P. è scivolata sui riferimenti giuridici, in realtà doveva più semplicemente fare riferimento alla condanna penale ex art. 54 del Codice della Navigazione, che dovrebbe masticare bene, ma anche all’art. 35 del D.P.R. 380/2001 (Testo Unico Edilizia), oltre a sterminata giurisprudenza, per i quali non c’è speranza o alternativa: gli abusi edilizi su terreno dello Stato hanno come unica ed esclusiva conseguenza la demolizione a spese del responsabile. Caro Comune di Portovenere, come si deve scrivere? In corpo 72 e in rosso lo recepisci meglio?

GLI ABUSI SU TERRENO DELLO STATO SI DEVONO SEMPRE DEMOLIRE.

Poco importa che la C.P. abbia sbagliato il riferimento giuridico, e poco importa che ci sia una “sanatoria” messa in piedi, acrobaticamente, dal Comune di Portovenere: gli abusi sul demanio marittimo si possono solo rimuovere, senza alcuna discrezionalità, nemmeno di Re Sole in persona. Spero sia chiaro il concetto.

Ma che stupido che sono stato, l’architetto Cananzi queste cose le sa benissimo, infatti scrive ancora nella nota in oggetto: “(…) L’istanza di sanatoria presentata dalla Società “Lido di Portovenere S.r.l.” è stata accolta per le opere
abusive su terreno di proprietà privata mentre, per quanto concerne le opere abusive su proprietà demaniale parallele alla linea di battigia, è stata respinta in sede di conferenza con determinazione n. 196 del 09/04/2020 prescrivendo la totale demolizione delle opere di prima fascia ed il ripristino dello stato dei luoghi. (…)
“.

Ma certo, che cretino che sono, respinta la sanatoria in area demaniale marittima per le “opere di prima fascia“, ovvero mezzi muretti, mica la massicciata di 350 mq.. Come dire, chiedi le mele e ti vendono delle pere, ma dopo un minuetto stupendo: respingere per poi approvare. Che dire, bravi eleganti, impeccabili. Magari con qualche difetto sul concetto base. Fossi un maestro delle elementari mi sentirei piuttosto frustrato. Il problema è che in questo caso si prendono in giro i cittadini, non me, perlomeno non solo me. La storia continua, le puntate sono ancora molte.

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