Portovenere, Via Colonna: silenzi, bugie, omissioni e complicità.
La retromarcia del sindaco sulle alienazioni fu parziale, l’opposizione si mise in silenzio e la Soprintendenza non ha ricevuto l’istanza obbligatoria per valutare l’interesse culturale.
La storia comincia con una perizia di stima (in realtà vi era un progetto di ristrutturazione del 1992, confluito nel PUC del 1997) protocollata dal Comune di Portovenere il 24 gennaio 2006, affidata all’allora Agenzia del Territorio, riguardante l’ “albergo San Pietro”.
Nella perizia si scrive:
Questa l’area interessata:
La stima del 2006, su valori del 2005, si conclude con la definizione della cifra di € 218.000,00 e, più in dettaglio, prevede la “cessione”, da parte del Comune, di un tratto di via Colonna, assieme ad un pezzo di terreno limitrofo. Questo in cambio di una “cessione”, da parte della proprietà del S. Pietro, di un’area limitrofa a via Colonna, necessaria a deviare il percorso pedonale.
Nel grafico della perizia si possono individuare le parti interessate, anche se vi è un palese errore: le rispettive proprietà vengono scambiate.
A quel tempo, da giugno 2004 a settembre 2007, c’era la giunta di sinistra guidata da Salvatore Matteo Calcagnini.
Ma veniamo ora al progetto del 2012-13, ancora con la vecchia proprietà della ex Locanda S. Pietro e giunta del sindaco Massimo Nardini, sul filo del termine del mandato.
Ebbene, già si notano differenze: il progetto della giunta Nardini introduce la “sola” cessione del diritto di soprassuolo per le due porzioni dei mappali comunali interessati, su via Colonna e del terreno limitrofo, che passano da 90 a 57 mq.. Mentre nel progetto del 2005 era prevista una completa cessione di proprietà. Inoltre, si direbbe non più presente la cessione, da parte della proprietà della ex Locanda, del terreno atto ad essere utilizzato per deviare il percorso pedonale del tratto terminale di via Colonna.
Da notare che la cessione di soprassuolo, di fatto, è una cessione, ovvero una alienazione di un diritto perpetuo, tanto è vero che non si modifica la perizia, con relativo prezzo per la “cessione” degli immobili interessati.
Il Comune, inoltre, chiaramente, non mi ha trasmesso con l’accesso da me richiesto, una certa mole di tavole e altre carte, visto che ho ricevuto una Tavola A, una B e una n.18. Dove siano le altre, chissà. Ma è fuori dubbio che, se non viene deviato il percorso di Via Colonna, già il progetto del 2012 (come il successivo con la giunta Cozzani) deve prevedere qualche variazione sulla quota di detto passaggio pedonale, con conseguente manomissione del sedime storico. Fatto che viene confermato più avanti.
Qui arriviamo alle più recenti attività della giunta Cozzani, la quale, ad ottobre 2018, inserisce nel piano delle alienazioni le porzioni di mappali viste prima, aumentando la superficie totale da 57 a 61 mq.. Anche se il mappale 245 viene, nel frattempo, frazionato e la parte interessata assume il numero 528. Badate bene, si definisce chiaramente come “alienazione” non altro. Ovvero una VENDITA, diritti di soprassuolo o vendita della proprietà che sia.
Il valore per la vendita viene fatto risalire alla solita perizia del 2006, non si aggiunge nulla di più.
Guardate bene la data del piano delle alienazioni: “25/10/2018”. Pochi giorni dopo scrivo un post, visto che nessuno pare avere notato la cosa in Consiglio Comunale.
La cosa, sorprendente, tra le tante è, quindi, il pagamento dei 218mila euro pochi giorni dopo, il 20.11.18.
Il 3 dicembre 2018 verrà firmata la convenzione al rep. n. 3889 tra la società I.C.T. s.r.l. [n.d.r.: Denegri] proprietaria della ex locanda S. Pietro, in cui si cita il versamento dei 218mila euro già effettuato, oltre a prevedere una rivalutazione della cifra sulla base dei valori di mercato e l’effettiva superficie interessata con la “stipula del successivo atto di trasferimento“. Nella stessa convenzione (che sostituisce ogni precedente atto equivalente) si citano gli atti pregressi, tra cui il progetto del 2012, in quanto già prevedeva la variazione di quota di un tratto di via Colonna. Si stabilisce molto altro, che per necessità di sintesi non riporto.
Tutto questo passa sotto un certo assordante silenzio, fino a quando il cantiere della ex Locanda si allarga su Via Colonna e il Comune convoca il consiglio comunale per il 22 dicembre 2020, con all’O.d.G. al punto n.13, il “PIANO DELLE ALIENAZIONI E VALORIZZAZIONI IMMOBILIARI PER IL TRIENNIO 2021-2023. AGGIORNAMENTO E MODIFICA“. Un piano che, stranamente, arriva modificato direttamente in Consiglio Comunale, senza passare in precedenza all’approvazione della giunta, come sempre fatto.
Infatti, questo piano delle alienazioni ipersonico, datato 16.12.2020 (soli 6 giorni prima del Consiglio Comunale) contiene una sorpresa, il punto 8, nel quale si aggiungono ben 104 mq. da alienare per €46.800,00, al mappale 528 del foglio 11, adiacente a piazza Spallanzani e via Colonna. Punto che, in un certo senso distoglierà l’attenzione su quanto già c’era di pregresso allo stesso mappale, ma in altra posizione nell’elenco delle alienazioni. Su quest’ultimo, però, ci sarà una limatura da 61 a 57 mq., tornando a quanto previsto dal progetto del 2012, in epoca del sindaco Massimo Nardini. Ciò a seguito dei rilievi dell’opposizione che, evidentemente, ha ben presente il progetto a suo tempo approvato dalla giunta passata di sinistra.
Quindi, tuoni e fulmini in Consiglio Comunale, soprattutto da parte di Francesca Sacconi per l’opposizione. Ma anche la consigliera di maggioranza, Giovanna Angelino, voterà assieme alla minoranza per contrarietà all’alienazione delle porzioni di via Colonna. In pratica, però, il resto delle alienazioni su via Colonna, tanto è “solo” diritto di soprassuolo, passa sostanzialmente in sordina, dato che, comunque, si mette mano al sedime storico di via Colonna, alterandone la quota originaria. Da pag. 61 del verbale del Consiglio Comunale del 22.12.20, potrete leggere, al punto di interesse, l’andamento della seduta.
In ogni caso, notevole sarà l’agitazione anche al di fuori dell’edificio comunale, tanto è vero che una serie di post su Facebook (anche da parte dell’opposizione comunale) e l’informazione sui media, metteranno sotto pressione la giunta comunale.
Il risultato sarà una sbandierata retromarcia del sindaco, a seguito della rinuncia da parte della proprietà della ex locanda, in merito all’acquisizione delle aree comunali presso via Colonna e piazza Spallanzani.
Il 21 gennaio 2021, sulle pagine online di Città della Spezia News, appare il titolo: ‘Via Colonna, Cozzani: “Trovata soluzione per non alienarla“‘.
Articolo che riporta un comunicato stampa, nel quale, il sindaco Matteo Cozzani afferma:
“La possibilità da parte del Comune di Porto Venere di inserire la porzione di terreno di
Via Colonna fra i beni cedibili, previsti nel piano delle alienazioni e valorizzazioni
immobiliari del triennio 2021-2023, ha sollevato un acceso e delicato dibattito sia nelle
sedi politiche sia tra le associazioni ma, soprattutto, tra i nostri concittadini.
Nei giorni successivi al Consiglio Comunale ci siamo incontrati con la proprietà della
Locanda San Pietro – afferma il primo cittadino di Porto Venere – per valutare tutte le
strade percorribili al fine di trovare una soluzione che non compromettesse il progetto di
recupero dell’immobile e preservasse la proprietà pubblica del frastaglio di terreno
oggetto della valorizzazione”.
(…)“Da sempre l’obiettivo della nostra amministrazione è quello di promuovere il bene del
territorio e dei suoi abitanti. Grazie all’interlocuzione con la proprietà della Locanda, che
è da sempre consapevole del valore affettivo e storico che ha quell’edificio per i
portoveneresi e soprattutto in virtù del fatto che la filosofia con cui si sta affrontando il
progetto della Locanda è quella di restituire a tutti gli abitanti di Porto Venere un bene che
si considera profondamente collettivo e quindi fonte di armonia e non certo di conflitto, si
è trovata una soluzione che fa venir meno la necessità di alienare il terreno comunale.
Per la riuscita del progetto e per il rispetto dell’investimento che questo comporta,
verranno valutate in futuro formule alternative di utilizzo degli spazi limitrofi all’immobile,
senza pregiudicarne la titolarità pubblica”.
L’8 febbraio 2021, sulle pagine de La Nazione, un orgoglioso e suadente assessore (non sindaco e ancora non vicesindaco), Emilio Di Pelino, annuncia “LA SVOLTA DECISIVA”.
L’assessore dichiara:
“Da quanto mi ha riferito Cozzani, la proprietà della Locanda San Pietro
avrebbe rinunciato all’interesse manifestato ad acquistare il tratto finale di Via
Colonna“.
Ed ancora riferisce che il proprietario [n.d.r.: Denegri]:
“preferisce non scontrarsi con la popolazione e mantenere buoni rapporti”.
“Il progetto, che attualmente non esiste – dice il futuro vice sindaco – andrà
fatto senza che venga preso in considerazione quel tratto di Via Colonna che
tanto ha fatto discutere“.
Morale. Ottima strategia del sindaco Matteo Cozzani e anche dell’opposizione, che entrambe incassano ciò che volevano. Il primo crea la cortina fumogena dei 104 mq. che vengono ritrattati, i secondi cantano vittoria, ma poi una certa alienazione di via Colonna e zona limitrofa passa lo stesso. Ma davvero si tratta “solo” di diritto di soprassuolo? Non proprio, lo vedremo in avanti.
La Soprintendenza, nel frattempo, su input di una serie di esposti inviati da Legambiente, la stessa Giovanna Angelino, consigliere di maggioranza, e successivamente del GrIG (l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico), aveva già inviato in data 23.12.20, al Comune di Portovenere ed anche all’Ufficio di Gabinetto dell’allora MIBACT, una nota assai chiara, vista l’assenza della dovuta istanza di V.I.C. (valutazione di interesse culturale) da parte dell’ente con a capo il sindaco Cozzani.
Ma, vista la rinuncia del titolare della ex Locanda S. Pietro, come riportato anche dalla stampa, il sindaco Matteo Cozzani, in data 19.01.21, aveva a sua volta risposto alla Soprintendenza, forte della dichiarazione di rinuncia da parte della ICT s.r.l. [n.d.r.: Denegri].
Notate che il sindaco scrive:
“Alla luce di quanto sopradescritto, l’amministratore comunale provvederà allo stralcio della particella di terreno, oggetto del procedimento, dal piano di valorizzazione e alienazioni nella sessione di consiglio comunale dedicata.”
Stralcio della particella? Ni. Stralcio di uno dei due punti alla lista delle alienazioni riguardanti la particella 528 limitrofa a via Colonna, ma non di tutti e due. Spariscono i 104 mq. da cedere a €46.800,00, ma rimane l’alienazione di 61 mq. (poi tornati a 57 mq.) dello stesso mappale 528 e, soprattutto, di un tratto di via Colonna, benché del “solo” diritto di soprassuolo, con conseguente alterazione del sedime storico e quota.
GRAN FINALE
Alla fine della fiera sono due gli aspetti principali da osservare e denunciare pubblicamente, almeno quelli a cui mi limito al momento.
Primo aspetto, il sindaco Cozzani fa approvare una variante in corso d’opera con la delibera di giunta comunale n.11 del 22.01.2022.
Guardate cosa appare nella Tavola A del progetto datata 13.07.21:
le due porzioni di mappale nel progetto del 2012 erano previste entrambe in cessione per il “solo” diritto di soprassuolo, mentre ora la porzione del mappale 528, di 16 mq., limitrofa a via Colonna, viene ceduta in proprietà. E meno male che era tutta una marcia indietro!
Secondo aspetto, effettuo una verifica con accesso agli atti presso la Soprintendenza di Genova nei primi mesi del 2022 e scopro che:
il sindaco non ha mai fatto alcuna richiesta di verifica di interesse culturale su via Colonna, ma ha già ricevuto il versamento di euro 218.000 per la cessione delle parti dei mappali, come documentato in precedenza.
Per la Soprintendenza la V.I.C. va fatta sia per la cessione in proprietà, che per la cessione dei “soli” diritti di soprassuolo. Per legge questo non cambia l’ordine delle cose. Tra febbraio e marzo di quest’anno ho, quindi, trasmesso un esposto alla Soprintendenza da cui attendo riscontri.
Se poi siete curiosi, andate a sbirciare in che condizioni è ora Via Colonna.
Morale con domanda retorica: cari cittadini, vi sentite tutelati da chi vi rappresenta in consiglio comunale, destra o sinistra che sia?