Ripascimenti: 2a risposta al sindaco di Portovenere (SP)
In questo articolo integro la mia risposta precedente, basata principalmente sui pareri ARPAL. Vedremo più in dettaglio i piani dei ripascimenti, cercando anche di approfondire le questioni descritte nell’articolo di Sondra Coggio su Il Secolo XIX di domenica scorsa (25.06.17), senza tralasciare le quantità utilizzate di materiale e le modalità di lavoro.
Dunque, il sindaco scrive: “I ripascimenti sono stati fatti con gli stessi materiali degli anni scorsi.“. Sui tempi, nulla da dire, anzi sono stati rapidissimi, casomai il problema è che si ripasce sempre a stagione inoltrata, quando la gente è al mare. Ma veniamo al punto, i materiali utilizzati, senza dimenticare le quantità e le modalità dei lavori, che non sono per nulla questioni secondarie, anzi.
I materiali di ripascimento per le spiagge dell’Olivo nel corso degli ultimi anni
Correva l’anno 2013:
Nel piano di ripascimento del 2013 (integrale al link per come è stato inviato a me), di redattore anonimo, si riporta tout-venant come riempimento e finitura con ghiaino tondo 4/12 mm.
Questa, invece, la certificazione del materiale usato come finitura nel piano 2013, che si legge con un po’ di difficoltà, ma si può capire: “aggregato 4/10“, “costituito da rocce calcaree” e “rocce metamorfiche ed arenarie“, “proveniente dalle cave (…) sul fiume Taro e Torrente (…) (PR)“. Dunque di fiume o torrente.
Questa sopra la granulometria dello stesso materiale che si può vedere chiaramente cliccando sull’immagine.
Poi abbiamo l’analisi petrografica datata 2006 (!) che conferma la provenienza (fiume Taro e torrente Ceno), descrivendo gli inerti di forma arrotondata ed appiattita, con “frazione sabbiosa abbondante“.
Nel piano di ripascimento del 2014, redatto dall’ing. Alessandro Castro, abbiamo poche varianti, sostanzialmente quasi una fotocopia. Del resto la certificazione del materiale usato all’Olivo appare copia della precedente (peggio leggibile) e l’analisi granulometrica cambia di poco, ma questa volta riporta una data “13 febbraio 2010” (!). Non mi è stata data copia con analisi petrografica stavolta.
Con il piano ripascimenti 2015 cambia il progettista, diventa il geom. Gabriele Benabbi, responsabile area Lavori Pubblici. Anche qui, per l’Olivo, abbiamo alcune variazioni sulla quantità, ma non significativa rispetto a prima e sempre il solito ghiaino tondo 4/12. La certificazione del materiale appare una fotocopia della fotocopia, sempre meno leggibile. L’analisi granulometrica è identica a quella del 2014, stessa data “13 febbraio 2010“. Anche qui niente analisi petrografica, per lo meno non data a me.
Nel piano ripascimenti 2016, invece, abbiamo numerosi allegati, come le cartografie intervento 2 Olivo I – intervento 3 Olivo II (sempre simili alle precedenti), oltre alle varie e nuove analisi 2016 del materiale preesistente nelle diverse spiagge del territorio comunale, incluso il materiale di ripascimento (cumulo Biassa c/o NEC Srl). Ai link solo le parti riguardanti l’Olivo, per quanto riguarda gli allegati. In questo piano, come nei precedenti, si scrive di finitura con ghiaino tondo 4/12 per l’Olivo, ma la cosa fa un po’ a pugni con l’analisi granulometrica che si direbbe riferita a materiale 10/14 (la percentuale si riferisce al materiale passato nei setacci di varia dimensione).
Se avete la pazienza, vedrete le differenze granulometriche tra le analisi 2016 e le precedenti, piuttosto evidenti, che non appaiono di poco conto, oltre alle stesse analisi del 2016 sul preesistente. Ma poi, di stondato di fiume si tratta per il nuovo materiale 2016? Non si direbbe. Il cumulo analizzato, sostanzialmente 10/14, ma molto 14 e poco altro, proviene da Biassa, dalla cava della N.E.C. Nuova Edilizia Cave, non più dal fiume Taro o torrente Ceno, come negli anni 2013-2015. A Biassa non mi risulta ci siano torrenti o fiumi di una certa entità. Da ciò se ne trae che può solo essere spezzato di cava e non stondato come scritto nel piano 2016. La cosa è stata confermata nel 2016 anche da osservazioni, non solo mie, riportate su FB.
Ma soprattutto abbiamo un parere ARPAL del 2016 che differisce dai precedenti fotocopia, come abbiamo visto anche nel precedente articolo.
Dunque, per la prima volta, nel 2016, il materiale di riempimento viene ricoperto con spezzato di cava e non più stondato di fiume, tra l’altro di dimensione sostanzialmente unica 14 mm, e non più eterogenea come in precedenza.
Nel 2017 abbiamo il nuovo piano redatto da studio esterno, il “costituendo RTP Ing. Michele Saporito e Arch. Luciano Sella“. Il piano è molto ben fatto e con planimetrie dettagliatissime (qui Olivo I), come citato nell’articolo “I ripascimenti peggiori che abbia mai visto”. Ora appare chiaro che anche di finitura con spezzato di cava si tratta, non più di stondato di fiume.
Lavorazioni e quantità
Non si può, però tralasciare la quantità e la lavorazione. Nel corso del tempo, come se ne trae dai piani, dalle determine comunali e dalle fotografie, le quantità introdotte paiono decisamente insufficienti a mantenere i litorali pressoché inalterati nel tempo. Fare sempre affidamenti diretti (tranne una volta), ovvero, dover rimanere sotto la soglia dei 40mila euro per non fare gare, è decisamente un limite alla quantità di materiale, che non può che scemare nel tempo. E’ banale immaginare l’aumento dei prezzi, anche per il lavoro impiegato.
Caro sindaco, mi spiace smentirla decisamente e documentalmente (almeno per cercare di evitare un’altra querela), ma diversamente da quanto lei scrive, il materiale è cambiato dal 2016 e lei è sindaco dal 2013. Vi sono, poi, problemi ulteriori. Venga a fare un bel sopralluogo all’Olivo. Le paiono spiagge che un paese di richiamo turistico in zona UNESCO può permettersi? Il materiale è poco, c’è erba e terra in molti punti. Si è pensato a ripascere la metà delle spiagge lato mare e non lato monte, diversamente da quanto descritto nelle planimetrie del piano 2017. In più ci sono arenili non trattati in toto con nuovo e ulteriore materiale, come le due spiaggette ad est ed ad ovest dello Sporting Beach. Il livello e la profondità di queste spiagge è fortemente calato.
La spiaggia divisa in due, mare e monte
Spiagge lato monte
Ormai il livello dell’arenile pare sceso sul lato a monte di oltre 12 cm., rispetto ad anni fa, lo testimoniano i diversi punti in cui i muretti, o il cemento, sono scoperti alla base.
Nell’immagine sotto, invece, si vedono chiaramente tre aree, data la differenza in colore e morfologia:
A – area non trattata che ha solamente il materiale pregresso, stondato di fiume, ma che risulta molto ridotta nel tempo, lo vedremo in altri articoli;
B- area non trattata a monte nel 2017;
C – area trattata solo con spezzato di cava negli anni 2016-2017.
Mi spiace, inoltre, per i tanti fan del sindaco, ma non è questione di lana caprina ed è oggettivamente evidente a chiunque abbia frequentato queste spiagge nel corso degli anni. Se vogliamo che i turisti tornino, anche le spiagge fanno parte del gioco, non solo le crociere. Tra l’altro le spiagge portano turismo che in genere non è mordi e fuggi, ma consuetudinario ed anche all’Olivo ci sono commercianti che su questo ci vivono. Bisogna intervenire prima che alcuni lembi di spiagge diventino inutilizzabili, è necessario un ripascimento che recuperi le aree perse nel corso degli ultimi decenni. Va fatto un lavoro serio che indubbiamente richiede materiale adatto e quantità consistenti, almeno una tantum, per poi poter fare ripascimenti meno impegnativi nei prossimi anni, ma non sotto la soglia della sufficienza, come fino adesso. Quest’anno c’era anche il finanziamento di quasi 60mila euro della Regione, il Comune poteva e doveva dare di più di solo 3.405,40 euro.