ARPAL: ghiaia con spigoli vivi nei ripascimenti a Portovenere
Ulteriori dettagli in merito ai ripascimenti 2017 a Portovenere, nello specifico in zona Olivo. L’ARPAL afferma che: “La ghiaia utilizzata proviene da cava di calcare, presenta ancora spigoli vivi non arrotondati e se strofinata sulla pelle evidenzia ancora un rilascio di polveri fini.“, “Sarebbe ottimale che il materiale per l’esecuzione di tali operazioni provenisse da cave di fiume, non presenti peraltro nel territorio ligure, e subisse trattamenti per rendere gli spigoli più arrotondati ed eliminare completamente la frazione fine.“.
Menomale, allora non ho le traveggole, ARPAL in una recente nota del 06.07 u.s., in risposta ai miei esposti, comincia a fare alcuni distinguo dopo il proprio sopralluogo del 19.06 scorso. Prima di tutto però, tengo a precisare quanto scritto in precedenza: nelle operazioni di ripascimento degli ultimi 10-15 e forse 20 anni, è sempre stata introdotta una quantità di materiale insufficiente a mantenere inalterati i profili costieri, in troppe parti ormai ridotti di almeno 1, se non 2 o 3 metri, per non parlare dell’evidente differenza a monte degli arenili.
Il materiale risulta essere “macinato di cava di colore grigio“ (diverso dal materiale usato sino al 2015), mentre in merito alla granulometria, distingue solamente le parti inferiori ai 0,0625 mm, ovvero polveri, che risulterebbero essere l’1,4% del peso. Non aggiunge altro in merito alla distribuzione dimensionale dei granuli.
ARPAL, però, fa alcune importanti considerazioni:
- “La ghiaia utilizzata proviene da cava di calcare, presenta ancora spigoli vivi non arrotondati e se strofinata sulla pelle evidenzia ancora un rilascio di polveri fini.“;
- “Per quanto sopra evidenziato si fa presente che durante le operazioni di ripascimento in cui si effettua movimentazione, conferimento, stesa, sistemazione, ecc. di materiale inerte di cava, le acque prospicienti gli arenili evidenziano nella totalità dei casi una torbidità più o meno accentuata, per tale motivi sarebbe opportuno effettuare tali operazioni nei mesi invernali o nella prima parte della primavera.“;
- “Sarebbe ottimale che il materiale per l’esecuzione di tali operazioni provenisse da cave di fiume, non presenti peraltro nel territorio ligure, e subisse trattamenti per rendere gli spigoli più arrotondati ed eliminare completamente la frazione fine.“.
Ad ogni modo, ARPAL non trova elementi normativi che facciano ritenere le operazioni di ripascimento 2017 effettuate fuori regola. Detto ciò, credo sia utile farvi conoscere la mia risposta che sintetizzo di seguito, in particolare la parte che approfondisce le granulometrie del ripascimento 2017 (non osservate precedentemente in dettaglio) e la spiaggetta non trattata, benché nel piano. Ribadendo che le spiagge previste nel piano in zona “Olivo 1”, non sono state trattate in maniera adeguata, sia relativamente al piano, sia in senso assoluto.
Notevoli differenze granulometriche già nelle analisi 2016
Il materiale esistente nel 2016 all’Olivo risultava avere dimensioni ben distribuite tra i 16mm e 4 mm, mentre nel rapporto di prova presso la cava NEC a Biassa il materiale era sostanzialmente composto da granuli di dimensione unica, ovverosia di dimensione inferiore a 14 mm per il 93,7%, mentre risultava essere inferiore ai 10 mm solo per il 22%. Ciò che ha determinato di fatto la totale alterazione, quantomeno estetica delle spiagge, senza considerare la diversità riscontrata quest’anno, anche da ARPAL, in relazione alla spigolosità e polverosità, del resto già notata dal sottoscritto nel 2016 e ripresa in almeno un articolo dalla stampa locale del 27.06.16, nel quale si utilizzano un paio delle mie immagini.
Notevole incongruenza tra le granulometrie previste nel piano 2017 e le analisi del materiale utilizzato
Tengo, inoltre, a far notare la notevole incongruenza tra le granulometrie previste per le spiagge dell’Olivo e le analisi del materiale utilizzato, del resto confortate dalle immagini già pubblicate. Nella relazione tecnica inviata dal Comune per la richiesta di parere da ARPAL, Tav. 01 del maggio 2017:
- a pag.13 si riporta lo stato attuale delle spiagge Olivo 1: “Dalle analisi emerge una composizione piuttosto eterogenea, con diametro medio variabile da 4 a 20 mm.“;
- a pag. 21, si riportano le caratteristiche dell’intervento previsto per le stesse spiagge Olivo 1: “Tale intervento verrà eseguito in due fasi distinte: – apporto di circa 46 mc di materiale (tout-venant di cava da 0 a 120 mm) nella prima fascia di battigia (larghezza di circa 1,50 metri), per tutta la lunghezza della spiaggia; – apporto di circa 196 mc di materiale (ghiaia da frantoio pezzatura indicativa 4/8, 8/16, 16/32) a copertura della zona di apporto con estensione a monte; finitura con 190 mc. L’utilizzo misto dei materiali di diversa pezzatura, con posa dei materiali più grossolani negli strati inferiori, ha lo scopo di ottimizzare la compatibilità ai fini turistico balneare .“, come del resto si riporta a pagina 2 nella tavola A03 “Computo metrico estimativo” del maggio 2017, nel “Supercapitolo – 02_Spiaggia dell’Olivo 1“.
La pezzatura previsionale indicata per l’intervento di ripascimento NON appare avere alcun riscontro coerente sia rispetto a quanto riportato a pag.13 del documento, sia rispetto alle stesse analisi del 2016 (allegate anche alla relazione del 2017 perché valide per 5 anni) e da ARPAL descritte ancora simili alle analisi affidate alla ditta SANA S.r.l., la stessa che ha proceduto ad effettuare i ripascimenti 2017. Come del resto, in maniera intuitiva, dalle immagini di dettaglio dei cumuli da me riprese, che mostrano due tipologie di materiale.
Bagnanti in mare nelle acque torbide durante le operazioni di ripascimento
Benché le spiagge all'”Olivo 1″ fossero presidiate dai vigili, il mare era frequentato dai bagnanti durante le operazioni di ripascimento, i quali proseguivano a stare in acqua benché fosse notevolmente torbida, come ben visibile nelle fotografie già pubblicate.
Ripascimento parziale e difforme rispetto ai piani
Non secondario poi, come rilevato sempre dalle fotografie già da me diffuse, l’aspetto inerente alle modalità di lavorazione che, diversamente da quanto riportato nelle planimetrie del piano per le spiagge Olivo 1, non sono state rispettate distribuendo il materiale per tutta la profondità dell’arenile, ma solo per la metà a mare.
Spiaggetta nel piano ma non trattata
Inoltre, la spiaggetta più a est presente nel piano per l'”Olivo 1″, diversamente da quanto previsto nel piano, non è stata rifornita di alcun apporto di materiale, ciò è riscontrabile sia nelle immagini già pubblicate, inerenti il materiale ivi presente allo stato attuale (ovvero materiale coerente ai ripascimenti sino al 2015), che nelle nuove immagini ora pubblicate, le quali mostrano le differenze di livello alla battigia tra altezza del mare e altezza dell’arenile immediatamente a monte. La spiaggia su cui è stato effettuato il ripascimento (foto 01) evidenzia un forte dislivello dell’arenile alla battigia (dovuto alle ultime mareggiate), ciò che non è visibile per la spiaggetta fortemente erosa dal mare (foto 02 e 03), su cui non è stato introdotto nuovo materiale sebbene presente nel piano. Qui il mare penetra in profondità, anche in ragione di onde relativamente modeste.
Mi auguro che alcune persone non se ne abbiano a male se ho ripreso l’argomento, ma quando una situazione, soprattutto di interesse pubblico, mi pare non chiaramente focalizzata e/o risolta, penso sia bene sviscerarla e ribadirla fino ad ottenere qualche risultato. Almeno si spera.