Sporting Beach – Portovenere (SP): com’era e come doveva rimanere
In questo articolo vi posso mostrare un’immagine fotografica aerea storica proveniente dall’Aerofototeca Nazionale di Roma, datata 1974, grazie all’autorizzazione ricevuta dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT).
L’immagine rappresenta lo stato dello stabilimento pochi anni dopo la dichiarazione di termine lavori depositata nel 1971, che a sua volta allegava la fotografia già pubblicata nel mio primo articolo riguardante lo “Sporting Beach”, allora di proprietà della Società Immobiliare Riviera di Portovenere e denominato “Royal Sporting”.
La fotografia è estremamente chiara e dettagliata, si vedono grosso modo tre file di ombrelloni (oggi sono quattro, v. fotografie seguenti). Il cordolo di cemento lungo la battigia, oggi di 60 cm., allora era già presente ma di 20 cm.. Ne è evidente l’altezza dato che diverse persone sono sedute su di esso con le gambe piuttosto distese. La battigia è liberamente frequentata ed è occupata da diversi bagnanti, con asciugamani e canotti. Evidentemente molto fastidiosi. A sinistra, tra spiaggia libera e stabilimento, un muro illegittimo, abbattuto per provvedimento del pretore di allora dott. Attinà, alcuni anni dopo.
Ma credo sia opportuno ricapitolare per sommi punti il senso della questione che pare sfuggire ad alcuni:
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presso lo stabilimento, a partire dalla seconda metà degli anni ’70, è stata progressivamente insediata e consolidata (grazie anche ad alcune autorizzazioni di “rifiorimento”, ex-post, prive di riferimento alle autorizzazioni di origine, in quanto non esistenti), una massicciata abusiva, priva di qualsiasi tipo di titolo autorizzativo e studio tecnico che ne giustificasse la presenza. Da quanto di mia conoscenza un abuso non cade in prescrizione. La documentazione storica relativa alla conformazione delle linee di costa, disponibile presso la Regione Liguria, attesta che il tratto interessato è rimasto pressoché invariato dal 1944, cosa che quindi non giustifica nemmeno informalmente la presenza di tale massicciata a difesa costiera. Tratto di costa ben diverso dalle altre spiagge della zona che sono state formate artificialmente tra gli anni ’50 e ’60, contestualmente alla creazione della strada litoranea, prima non esistente. Ebbene, tali spiagge, pur non disponendo di una massicciata, ma subendo ripascimenti stagionali, benché non sempre sufficienti, permangono in essere. Aspetto che conferma quanto stabilito dalle concessioni demaniali marittime storiche dello stabilimento, ovvero che requisito al rilascio fosse la messa in opera di ripascimento stagionale, con copertura del cordolo stesso, oltre a lasciare al pubblico utilizzo una fascia di arenile di metri 5;
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a seguito di accertamenti determinati da esposti di chi scrive, in data 13.07.13, il Comune di Portovenere emette l’ordinanza n.2518 con la quale però, sostanzialmente, i due abusi più importanti non vengono posti in evidenza e definiti chiaramente. Ovvero, la massicciata non viene definita come totalmente abusiva e il cordolo di cemento limitrofo, posto lungo la battigia (ossia posteriormente alla massicciata), non viene definito come in difformità rispetto ai titoli edilizi, in quanto è stato elevato all’altezza di 50-60 cm. rispetto ai 20 cm. autorizzati;
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sulla base di tale ordinanza palesemente deficitaria e dell’istanza di sanatoria presentata dal titolare dello stabilimento, la Regione Liguria rilascia conformità paesaggistica con decreto dirigenziale n.1160 del 08.05.14, per il quale la massicciata non solo non verrà posta in demolizione, ma ne verrà, contrariamente, chiesta la “mitigazione”. Mentre del cordolo lungo battigia si eluderà qualsiasi provvedimento in merito. Non solo, negli atti non si terrà conto del fatto sostanziale dovuto alla variazione del piano di inclinazione dell’arenile dello stabilimento. Infatti, massicciata e innalzamento del cordolo parallelo a 60 cm., divenuto di fatto muro di contenimento, hanno permesso il riempimento dell’arenile, fino al limite del cordolo stesso. Ciò si è tradotto in un ripascimento definitivo, che ha di fatto portato la spiaggia, naturalmente scoscesa sino a mare, a diventare pianeggiante dalle cabine sino a mare, con evidente guadagno di almeno una fila di ombrelloni e sdraie. Ovvero, in un aumento evidente di superficie utile, negato negli atti, ma che adeguatamente rilevato avrebbe impedito il rilascio della conformità paesaggistica, come più volte segnalato in passato a Regione Liguria e Comune di Portovenere;
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per rendervi chiaro ciò che è avvenuto sul tratto di costa interessato nel corso del tempo, è utile osservare alcune immagini fotografiche:
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immagine aerea ripresa nel 1974, riportata all’inizio dell’articolo, successiva alla dichiarazione di termine lavori del 11.08.1971, disponibile presso l’Aerofototeca Nazionale di Roma, identificata come: Fondo I-BUGA, Foglio 95, Strisciata Prospettica, Positivo 482, anno 1974. Se ne mostra un dettaglio del fotogramma;
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fotografia aerea del 2008, disponibile presso l’Ufficio Cartografico della Regione Liguria, come foto prospettica del 2008, Regione Liguria, identificativo 4223. Se ne mostra un dettaglio del fotogramma;
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oltre alle immagini più recenti riportate nell’articolo precedente, dalle quali è possibile anche vedere la differenza del numero di file di ombrelloni e lettini rispetto all’origine, passate da tre a quattro.
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Dovrebbe, quindi, essere chiaro che la battigia è un bene di noi tutti, nessuno dovrebbe togliercela, soprattutto in un paese (Italia), dove la cementificazione e la privatizzazione delle coste è un male endemico.