Silenzio, si sanano abusi insanabili
Silenzio, non lo dite a nessuno, non fate sapere che è stata accolta una domanda di sanatoria per uno stabilimento balneare, lo Sporting Beach, zona Olivo nel Comune di Portovenere (La Spezia), in area Patrimonio dell’Umanità (UNESCO), che, a quanto risulta dai documenti, più che uno stabilimento balneare è uno stabilimento specializzato in produzione di abusi edilizi in zona demaniale e non.
Gli abusi (in totale o parziale difformità) riguardano: massicciata di pseudo-difesa costiera sulla battigia (area demaniale), cordolo in cemento sempre in battigia (area demaniale), gettate cementizie in area demaniale, recinzione in area demaniale, pergolato in area demaniale e non, pontile galleggiante (area demaniale), scivoli in calcestruzzo con ringhiere in acciaio inox (una fissa, le altre rimovibili, in area demaniale) e anche cabine e spogliatoi (in proprietà privata).
Guarda caso, che combinazione, la nostra domanda di accesso agli atti del 03.05.14 precede di 5 giorni l’accoglimento, da parte della Regione Liguria, della sanatoria.
Volevamo sapere come mai un’ordinanza di demolizione, all’apparenza pesante, ma assolutamente superficiale per quanto attiene gli abusi più importanti (non evidenziati) e che vengono già all’origine molto mitigati, pur sempre meglio di nulla e scaduta ad ottobre non era mai stata eseguita, e sino ad oggi il Comune si è guardato bene dal farci sapere questa novità, protocollata al loro ufficio il 20.05.14, nonostante una loro risposta datata 22.05.14. Ma, guarda, ci sarebbe il tempo per andare al TAR, peccato non aver perso ancora tempo fino a luglio.
Comunque, ad oggi, l’accesso ai documenti è parziale, non è concesso per le copie, ma solo per la visione, e che visione! Si, in effetti c’è ancora troppo tempo per ricorrere al TAR, se dovesse accadere sarebbe più complicato per tutti. Del resto il diritto dei cittadini a reagire agli abusi in terreno demaniale (pubblico) è bene che venga compresso il più possibile, non si sa mai che poi le cose vadano alla lunga e magari abbiano pure ragione. Sarebbero altri problemi, se poi dovesse accadere che qualche associazione ambientalista, o che si ritiene tale, dovesse riprendersi dal torpore (mirato) che accomuna tutti in paese (Portovenere come Italia), autorità addette alla vigilanza incluse, visto che l’ordinanza inapplicata (anche se molto gravemente carente) è nata grazie a chi scrive e muore grazie a chi non vigila, anzi frena il corso della giustizia. Il gioco di sponda, insomma, funziona sempre bene, e le tre scimmiette del non vedo, non sento e non parlo intanto si sono moltiplicate e distribuite dove serve.
Bene, se i cittadini sono contenti di una spiaggia diventata bunker per chi paga, di non poter più (da parecchio tempo) fare, liberamente e senza ostacoli, una passeggiata sul lungomare vero, e non su una scogliera finta, per interessi privati veri. Ebbene, se i cittadini sono contenti di farsi turlupinare, sui soldi e sui beni immobili comuni, come sempre più spesso accade, vuol dire che si meritano chi eleggono, e di conseguenza di chi gestisce la cosa pubblica al servizio dei corruttori. Diceva il saggio (N. Moretti): “Continuiamo così, facciamoci del male!”. Ma continuiamo… non finisce qui, soprattutto se avremo associazioni, giornalisti e persone coraggiose, e di buona volontà, al nostro fianco e di cui c’è assoluto bisogno per dimostrare che la parte sana del paese esiste ed è viva.