Portovenere (SP): i dati Covid escono dal cassetto

/ Settembre 3, 2020/ amministrazione, Covid-19, disinformazione, trasparenza, tutela consumatori

ALISA (agenzia sanitaria ligure), ASL 5 e Comune di Portovenere evasive sui dati in merito all’epidemia Covid-19 ripartiti per Comune. Alla fine i dati arrivano, ma A.N.AC. dovrà verificare il rispetto degli obblighi di pubblicazione sui rispettivi siti istituzionali.

Il principio guida è la trasparenza e la legge la prevede in forme molto ampie, sebbene ci siano delle limitazioni, ma parliamo di casi particolari: tutela della privacy, dei segreti industriali, della sicurezza e dei segreti di Stato, delle indagini penali e della corrispondenza. In sostanza, le limitazioni alla trasparenza sono veramente circoscritte e previste in casi eccezionali.

Da quando vengono diffusi i dati Covid in Liguria, in particolare nella mia provincia, La Spezia, mi sono chiesto il motivo per il quale vengano ripartiti per ASL e non anche, in maggior dettaglio, per Comune. Il cittadino vuole sapere cosa avvenga nel proprio ambito abitativo e lavorativo. I dati ripartiti per ASL sanno di escamotage per non dare riscontri più concreti, per impedire raffronti sul campo nei territori comunali.

Ne avevo scritto in un precedente articolo, proprio all’inizio della storia in merito alle mie richieste di accesso sui dati Covid ad ALISA (agenzia regionale), ASL 5 “Spezzino” e Comune di Portovenere. Il risultato più evidente fu una pessima risposta elusiva del sindaco Matteo Cozzani, che aveva tutta l’aria di presa in giro:

A stretto giro la mia replica:

In soldoni, il sindaco opponeva le classiche motivazioni da principiante della materia, ormai preistoria della normativa:

  • scaricare la responsabilità dell’accesso ad altri enti, quando ciò che conta è detenere i documenti, a prescindere dalla loro origine;
  • dichiarare che è necessaria l’elaborazione dei dati, in quanto la normativa stabilisce che l’ente non sia tenuto ad effettuarla (eccetto per l’accesso ambientale, D.Lgs. 195/2005, il quale la prevede e avevo comunque azionato). Comunque io chiedevo i dati grezzi, tanto per tagliare la testa al toro;
  • opporre una fantomatica motivazione di tutela della privacy, aspetto spesso utilizzato a sproposito dalle amministrazioni per cavarsela a basso prezzo. Ci provano spesso. Proprio su questo vedremo l’aspetto più interessante, anche in merito alla ASL 5.

Questa era la risposta indegna di un sindaco nei confronti dei cittadini, a prescindere che fossi io l’autore della richiesta. Qui la parte successiva.

Risposta di ALISA e sviluppi ulteriori

Devo, però, tornare un passo indietro in merito alla risposta di ALISA, non pubblicata nel precedente articolo, ma la più rapida, anche perché la più evasiva in assoluto. Del resto, ALISA scrive di accentramento dei dati epidemiologici e della comunicazione, aspetto che maggiormente mi interessava, visto che sul formato dei dati ripartiti per ASL afferma di riceverli tali e quali dalle ASL, che guarda caso comanda. Poi, con una formula in burocratese un po’ scomposta, sostanzialmente fa riferimento al DPCM all’epoca in vigore, il quale sospendeva anche i procedimenti di accesso, ma porta come riferimento ulteriore le linee guida A.N.AC. del 2016. Le quali, non paiono attinenti alla contingenza specifica, se non per la solita trita storiella della rielaborazione dei dati, che non chiedo. Ad ogni modo, il DPCM sospendeva il procedimento di accesso, non lo interrompeva, come invece ha fatto ALISA.

ASL 5 risponde

Anche ASL, finalmente, risponde il 3 luglio, dopo sollecitazioni e diffide, nonostante la calcolata tempistica di sospensione del procedimento di accesso previsto dal DPCM. Anche qui la solita nenia della rielaborazione dei dati, che non si vede dove debba esserci, ma almeno i dati pregressi, vengono inviati, diversamente dal sindaco (in prima fase) e ALISA.

Inoltre ASL 5, ovvero il dott. Mino Orlandi, fa appello ad un certo art. 5 del “Codice di deontologia e buona condotta per i trattamenti di dati personali per scopi statistici e scientifici“, secondo il quale: “in materia di pubblicazione di statistiche aggregate di mortalità e/o incidenza (…) non è consentito indicare il numero esatto di decessi e/o casi qualora questo sia inferiore a 3“. Ed è per questo che, incuriosito, mi sono messo in attesa dell’ulteriore svolgimento del mio accesso presso il Comune, a seguito di istanza di riesame, ovvero ricorso.

A “merito” del dott. Orlandi, devo dire che attendere a volte è la migliore strategia. Infatti, il 26 agosto, a poco meno di due mesi dalla missiva che citava l’art. 5 del codice deontologico sulla riservatezza, persino dei numeri statistici di mortalità o incidenza, se inferiori a 3, ecco un articolo sul sito de “La Nazione”. E’ lo stesso dott. Mino Orlandi che snocciola la “mappa comune per comune“, in merito all’incidenza dei contagiati di Covid-19. Fra questi, i Comuni con meno di 3 casi: “Ameglia, Vezzano Ligure e Bolano 2; Beverino, Porto Venere e Riomaggiore 1.”. Si è quindi smentito da solo.

Il Comune di Portovenere e la privacy

Qui vengo al successivo svolgimento dell’accesso ai dati presso il Comune di Portovenere. L’ente si è rivolto al garante della privacy per un parere in merito al ricorso, nel frattempo da me azionato verso il RPCT (responsabile della prevenzione della corruzione e trasparenza). Nel caso specifico, il segretario comunale, dott. Gustavo Tomaselli.

Aspetti sulla richiesta al garante della privacy, di cui vengo a conoscenza solo quando mi viene comunicato l’esito dell’istanza di riesame, con parziale accoglimento.

Scrivo subito che il garante per la privacy non ha rilevato ostacoli e nemmeno pare abbia citato l’ormai famoso art. 5, invocato dal dott. Orlandi. Forse non lo conosce? Il Comune, in ogni caso, non mi trasmette né la nota del garante della privacy, né la nota con cui chiedeva il suo intervento. Documenti che ho richiesto immediatamente e che sto ancora attendendo.

Il mio ricorso e l’esito negativo (per il Comune) che si appellava al garante riguardo a fantomatici problemi di privacy sui numeri statistici del Covid-19, hanno dato come risultato una missiva del sindaco, con i numeri da me richiesti, prima inesistenti.

Da notare che il Comune mostra di aver avuto, ovviamente, il dettaglio riguardante il decorso per ogni singola persona contagiata, ovviamente non identificata, questa volta giustamente nel rispetto della privacy.

Ma cosa contesto ancora. Contesto il fatto che ALISA, ASL liguri e Comune di Portovenere (almeno, ma sappiamo che sono molti altri), non abbiano rispettato gli obblighi di pubblicazione immediata dei dati epidemiologici, come previsto dalle norme, sui relativi siti istituzionali alla sezione “amministrazione trasparente“. Del resto è “informazione ambientale” e, come tale, va pubblicata in questa sotto-sezione. Solo così il cittadino potrà avere, per ogni livello di dettaglio (regione, provincia, ASL e comune) l’informazione aggiornata e corretta. In merito, ho provveduto a inviare segnalazione ad A.N.AC., ente competente a livello nazionale riguardo a tali obblighi.

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