Referendum per l’abolizione degli stabilimenti balneari

/ Novembre 27, 2021/ abusi, ambiente, giustizia, politica, spiagge, tutela consumatori

Anche il più ottuso dei balneari, in questo periodo, si è accorto di quanto sia forte, nell’opinione pubblica, l’avversione alle loro pratiche di predominio sulle coste italiane.

Il livore largamente diffuso nei confronti di coloro che delle spiagge di tutti ne fanno il proprio fortino, il bunker, la trincea, la linea gotica da non oltrepassare, se non riversando montagne di soldi, ma prendendo solo spicci da tasse e concessioni. La demarcazione perciò, fra chi può buttare monete e chi, quel denaro, se lo suda molto di più. Ma soprattutto la differenza fra chi fa una scelta di libertà, di tutela dell’ambiente, di bellezza e chi, invece, vuole il “festival della betoniera”, per dirla alla Crozza.

Sono due mondi separati, due filosofie di vita, di chi vuole un mondo più in armonia e rispettoso della natura e di chi, invece, vede nella natura un nemico da combattere con massicciate, cemento e paratie. Di chi si crede, ormai, padrone di un territorio conquistato con l’arroganza e la prepotenza, facendosi lobby politica, infiltrandosi nelle istituzioni per torcere e deformare le norme al proprio volere.

Un piccola lobby che, però, sa come muoversi, magari garantendo cabina, ombrellone e un bel pranzetto per tutta la stagione. Ora, loro malgrado, questa élite del mattone in spiaggia, si è accorta di essere osannata solo da chi la serve con la legge del baratto, una minoranza qualificata, nei posti giusti. La grande maggioranza degli italiani si è accorta invece, da tempo, di essere vessata e derubata di spazi e bellezze che sono di tutti.

Ora, questa rabbia, viene allo scoperto ancora più forte, perché stanchi delle sceneggiate che da anni trascinano lotte indecenti tra governo italiano e Unione Europea. Anzi, governi, sempre diversi di colore, ma sempre uguali e asserviti a questa lobby che, in un paese normale, sarebbe equiparata ad un’associazione di bridge.

Ora basta, la gente è stanca di perdere tempo, soldi, ma soprattutto bellezze naturali e libertà, per la prepotenza di poche decine di intrallazzatori che tengono in ostaggio un intero paese. Ci meritiamo di vivere all’interno di una comunità europea con dignità, aperti, non di essere percepiti sempre come spaghetti, mafia e mandolino.

Forse si avvicina il momento di cambiare, di fare scelte forti, come in Francia, visto anche l’accordo di cooperazione rafforzata appena firmato. Prendiamo esempio da loro, che di stabilimenti balneari ne hanno smantellati a decine negli ultimi anni, che hanno una legge rispettosa dei beni ambientali costieri, che non regalano bellezza per farla diventare speculazione, orrore. Forse, chissà, arriverà il momento di un bel referendum per l’abolizione degli stabilimenti balneari, per liberarci da questo giogo asfissiante di un piccolo manipolo di approfittatori.

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