L’invenzione della battigia presso la scogliera de “Le Terrazze” a Portovenere
Il sig. Antonio Ricciotti, amministratore dello stabilimento Le Terrazze di Portovenere (SP), è diventato l’inventore della battigia in senso lato, molto lato, di lato ad una scogliera.
Forse non vi ricordate di quello stabilimento balneare, “Le Terrazze” di Portovenere, che ha già subìto un decreto penale di condanna ed ha un ulteriore processo in corso, assieme ad altri. Il titolare, il sig. Antonio Ricciotti, ha evidentemente una fantasia vulcanica, talmente spiccata, che adesso ha voluto inventare la battigia dove fisicamente non c’è, non può esserci. Tecnicamente la battigia è quella fascia di arenile posta tra la linea di alta e di bassa marea. Ebbene, ora scopriamo che una scogliera, per altro abusiva, ma con giochi acrobatici delle nostre amministrazioni pubbliche “sanata”, disporrebbe di una “battigia”. Si siore e siori, una massicciata a picco sul mare avrebbe una battigia, ragione per cui, per legge dello Stato, la battigia (ma quella vera), non può essere occupata ma deve essere lasciata libera al transito. Proprio quello, ad esempio, che non è stato fatto presso lo stabilimento “Sporting Beach”, alcune centinaia di metri più a ponente. Dove la battigia, quella vera, è stata sommersa da massi, abusivamente, per evitare il libero transito del popolino e formare una spiaggia bunker molto esclusiva, frequentata da VIPs, come il nostro presidente regionale, il sindaco e tanti amici.
Ma torniamo alla “battigia” del nostro Antonio Ricciotti, osservatela nella foto, assieme al cartello che indica severamente cosa non fare.
Incuriosito da questa serie di divieti legati alla totale assenza di una battigia, ho chiesto ad uno dei bagnini di turno cosa intendessero per “battigia” da quelle parti. O meglio cosa intendesse il sig. Antonio Ricciotti. Ebbene, mi è stato risposto che la battigia, per questo signore delle spiagge inesistenti, sarebbe la fascia di un metro e mezzo lungo il bordo della scogliera (!!!). Quindi, capite bene, mi immagino che questi divieti debbano esserci per tutte le scogliere della zona e d’Italia, non solo per quelle massicciate poste frontalmente ad uno stabilimento balneare, sennò non vale e si scopre il giochino.
Ho quindi contattato l’Ufficio Locale Marittimo della Guardia Costiera di Portovenere e già mi aspettavo quello che stavano per dirmi, tipo: “Beh in effetti per ragione di sicurezza… bla bla bla…“. Stop, frena. Cari ragazzi, riprendo il ragionamento di prima, eppure vedo un sacco di scogliere frequentate senza questo problema e senza, soprattutto, cartelli del genere. Come la mettiamo, ci inventiamo pure la battigia e quindi regole alla “belin” di segugio? Ci ricordiamo poi che il signore ha anche un processo in corso sulla stessa materia? Eh già, a Portovenere le cose funzionano come ci pare, in dipendenza di fattori estremamente disparati. Il paese di Bengodi, ma solo per alcuni. Tanto è vero che, nonostante la promessa di fare un sopralluogo, il cartello, il giorno dopo, risulta ancora lì. Sapete com’è facile fare e com’è difficile disfare, nel paese dei balneari. I più potenti d’Italia.
Vediamo se la Procura si degnerà di muovere un dito.
Postilla: perché non andiamo ad occupare tutte le scogliere, soprattutto quelle abusive, frontali agli stabilimenti, per vedere l’effetto che fa? Per vedere se anche altri si inventano la “battigia”?