Portovenere (SP): là dove crescono le scogliere (abusivamente)
Siamo sempre a Portovenere, patrimonio dell’umanità censita dall’UNESCO, in zona Olivo, a quanto pare una zona che negli anni passati è stata oggetto di diverse speculazioni ed abusi edilizi, proprio lungo la costa (e non solo), senza che nessuno vedesse nulla. Mi riferisco alla baia dell’Olivo, zona periferica rispetto al paese di Portovenere, scarsamente abitata in inverno, con numerose seconde abitazioni, ma tanti residenti “virtuali”, che essendo “virtuali” non vedono, non sentono e non parlano. In quest’area ai confini del mondo, anno dopo anno, si sono erose, un po’ alla volta, alcune aree del demanio marittimo, ma non per fenomeni meteo-marini, più semplicemente sono state assoggettate all’interesse privatistico di coloro che ne avevano più facilmente accesso, e più facilmente ne potevano ottenere lo sfruttamento.
La cosa curiosa è che, da queste parti, le scogliere nascono o crescono come esseri viventi, un po’ come i funghi, soltanto che poi rimangono, anzi ingrossano.
Ho scritto più volte della scogliera dello stabilimento balneare “Sporting Beach“, nata per iniziativa di qualcuno che dalla seconda metà degli anni ’70 cominciò a ricoprire una spiaggia di massi, un po’ alla volta, anno dopo anno, fino a creare una scogliera del tutto abusiva, senza alcuno studio delle correnti marine e dell’erosione costiera, per poter avere uno spazio molto più privato, impedendo il passeggio lungo la battigia, per risparmiare molti soldi con ripascimenti non più stagionali ma una tantum, e per sfruttare meglio una spiaggia che da scoscesa è diventata pianeggiante, un bordo piscina.
Su questo ne scriverò nuovamente, perché, ad oggi, dopo tutti gli abusi accertati (e non), i procedimenti di sanatoria sono ancora pendenti (una complessità notevole), non conclusi, permettendo l’uso inalterato dello stabilimento dal luglio del 2013, mese in cui il Comune emise ordinanza demolitoria per numerosi aspetti edilizi, tranne i due più importanti: la scogliera abusiva e il cordolo in cemento lungo la battigia, passato dagli autorizzati 20 cm. agli attuali 60 cm.. Abusi che si sono tradotti in una riduzione importante del terreno pubblico demaniale accessibile liberamente, con eliminazione di una spiaggia nel suo tratto di battigia. Un danno per la collettività, se non si fosse capito.
Ma ora voglio aggiornarvi sugli ultimi sviluppi, relativi agli accertamenti ed ai procedimenti in corso, che si riferiscono ad altra scogliera, quella frontale allo stabilimento “Le Terrazze”. Per il pregresso vi rimando al solito dossier “Le Terrazze” che raccoglie gli articoli pubblicati dal 2014.
Ebbene, dopo varie lotte (non concluse), anche per avere accesso a documenti banali, come le autorizzazioni demaniali marittime, si sono chiariti alcuni aspetti (alcuni, non tutti) inerenti gli abusi accertati dalla Guardia Costiera a partire dall’estate 2015, poi confluiti in un rapporto citato nell’elenco degli abusi mensili dell’ottobre 2015 (pubblicato dopo accesso civico del sottoscritto), che non ha avuto come conseguenza un’ordinanza demolitoria, ma più semplicemente una comunicazione di avvio di procedimento che, come tale quindi, non è stata resa nota ai più, ma di cui, chi vi scrive ne ha avuto accesso. Ed infatti, ad oggi, non risultano ordinanze demolitorie, ma una serie di atti in concreto equivalenti, che sarebbe stato bene rendere pubblici, perché vanno ad incidere su un’area demaniale marittima, ovvero pubblica.
Quindi, il 27.10.15 il Comune avvia un procedimento amministrativo per l'”accertamento dell’esistenza di opere prive dei necessari titoli autorizzativi presso gli immobili siti in Porto Venere, Via II Traversa Olivo – Stabilimento balneare Le Terrazze“, relativamente a:
- un pontile galleggiante “fantasma” che non sarà presente al primo sopralluogo della Guardia Costiera del 07.08.15 (nessuno se lo ricorda o lo ha mai fotografato?), ma stranamente sarà notata la presenza di una passerella abbattibile (poi rimossa), contestualmente ad una richiesta (poi non andata a buon fine) per l’occupazione temporanea di uno specchio acqueo con il posizionamento di, appunto, un pontile galleggiante;
- n.3 piattaforme-pontiletti in legno con tappeto sintetico verde e scaletta metallica, in assenza di titoli autorizzativi;
- una scala metallica, in assenza di titoli autorizzativi.
Ma nel provvedimento del Comune del 27.10.15, che di fatto è un pacato preavviso di emanazione di ordinanze demolitorie, un po’ tra le righe, appare un aspetto importante che poi porterà ad altre conseguenze, ovvero la presenza di una gettata di calcestruzzo e ghiaia per livellare una massicciata che, in origine, avrebbe dovuto essere irregolare in quanto formata da massi e scapolame in pietra.
Su queste premesse, i titolari comunicano il 28 dicembre 2015, la rimozione delle piattaforme e scalette varie (bello sforzo, ben oltre la fine della stagione balneare), con l’intenzione di ripristinare la scogliera eliminando lo strato di cemento e ghiaino. Conseguenza è l’avvio di una semplice S.C.I.A. in data 04.02.16 per “rimessa in pristino della massicciata in concessione demaniale con rimozione della gettata di livellamento in cls a margine dello stabilimento balneare – Le Terrazze – N.C.T. Foglio 10, Mapp.le 226“. Massicciata in concessione demaniale, in quanto, tale concessione non era di carattere balneare ma solamente ai fini di mantenimento della massicciata stessa. Va detto, quindi, che la massicciata è stata originata dalla concessione edilizia n.1263 del 03.08.1999, definita come “consolidamento statico di opera di contenimento di terreno“, che in realtà ha visto la trasformazione di quel tratto di costa, da muraglione a picco sul mare ad un terreno a degradare, grazie all’introduzione di due muri a scalare e due scale in pietra: questa la planimetria di progetto.
Da tutto ciò è apparso chiaro che una semplice S.C.I.A. non poteva bastare, in quanto la massicciata, ad oggi, è ben diversa, guarda caso è cresciuta: in volume, altezza e superficie emersa. Ragione per la quale sono stati subito avviati due procedimenti di sanatoria, urbanistico e paesaggistico, tuttora in corso, che sarebbe stato bene porre alla pubblica conoscenza, dato che scriviamo di area demaniale sul mare.
Sono stato prolisso a sufficienza, per cui, per ora, mi fermo qui, ma è chiaro che tutta questa riservatezza avrebbe un senso fino a che si procede nell’accertamento dei reati penali (a quanto pare in corso) o illeciti amministrativi ma, quando si mette mano ad autorizzazioni in sanatoria, la cittadinanza dovrebbe esserne già messa al corrente ancora prima del rilascio (benché sia impugnabile), proprio per anticipare danni ulteriori a terzi (e questo lo dicono anche sentenze del Consiglio di Stato), tanto più che si è già visto operare sulla scogliera con martelli pneumatici e altro. Operazioni complessivamente ancora non ben chiarite, con immersione di massi per il “ripristino” di una scogliera, su cui si sono chieste delucidazioni, di cui vi scriverò prossimamente. Tutti motivi per i quali, sarebbe bene che cittadini e associazioni in sonno si svegliassero dal torpore e che guardassero un po’ oltre il proprio giardino.