Mettiamoci una croce sopra

/ Marzo 15, 2014/ ambiente, amministrazione, consorterie, giustizia

cipro2euro

Siamo quasi ad un anno da inizio mandato del neosindaco Matteo Cozzani, qui a Portovenere, e sembra già di poter tracciare un primo quadro sull’andamento in questi mesi.

L’eredità è stata pesante, il Comune è stato (e lo è ancora, almeno in parte) in mano, quasi ininterrottamente, della stessa forza politica (PD) per almeno 15 anni. E si sa, più si sta al potere e più si incalliscono clientelismi, spartizioni, lotte intestine e qui non c’è mancato nulla rispetto a comunità ben più grandi e complesse: vedasi il commissariamento prefettizio. Ma la cosa è ancora così radicata, tra l’altro, che anche in questi mesi si sono visti alcuni “autorimborsi”, “auto” non perché riguardassero un’automobile, o forse non solamente, ma perché c’è ancora chi è in grado di suonarsela e cantarsela da solo senza nemmeno essere “nuovo” all’interno della macchina comunale, con buona pace degli ultimi arrivati che devono abbozzare. Speriamo allora nel riciclo, con le prossime amministrative in ambito provinciale. E’, però, triste consolazione quando quello che non strozza ingrassa.

E dunque, il prode Matteo Cozzani non è ancora arrivato a presiedere la sua giunta, che si trova tra le mani una bella bomba con la miccia accesa, modello Willy Coyote, ma che si prende volontariamente visto che non poteva non saperne nulla dato che stava in consiglio all’opposizione, o quasi. La bomba con miccia corta accesa si chiama autoparking Fezzano, anche questa “auto”, perché chi l’ha accesa se la voleva tenere ad esplodere in mano e invece, che fortuna, l’ha presa Matteo Cozzani che trasforma il mutuo di 1.500.000,00 euro in mutuo fondiario ipotecario da 1.850.000,00 per 15 anni, con fideiussione e rata mensile al tasso variabile EURIBOR 6 mesi + spread 4,50%. Il tutto con la CARISPE presieduta dall’avvocato Andrea Corradino. Ma ci chiediamo, non sarebbe stato più opportuno accendere una miccia, un po’ più lunga, con un mutuo, sin dall’origine, con la Cassa Depositi e Prestiti? O mandare tutto alle ortiche dato che il Comune è con l’acqua alla gola e fa fatica a trovare i soldi per pagare le rate? Un buon padre di famiglia non dovrebbe arrivare a tanto.

Poi arriva l’inverno, il maltempo, la pioggia, il mare grosso e tanta legna sulle spiagge, e a novembre si fa un bel falò, come si è sempre fatto, da sempre. La legna si brucia, e se sta in spiaggia si brucia sulla spiaggia per risparmiare sullo smaltimento, tutto normale. E invece no, studi di ISPRA e non solo, attestano che la legna venuta a contatto con l’acqua di mare e il sale non è esattamente la stessa legna tagliata direttamente dal bosco. La legna “salata” brucia “male”, le condizioni di combustione in spiaggia non sono ottimali, e come si scrive su wikipedia alla voce DIOSSINE: “… la combustione non controllata di legna, rifiuti e biomasse varie – contrariamente a quanto si può pensare – è molto pericolosa …. ISPRA, in un parere richiesto da Ministero dell’Ambiente e Regione Liguria, dichiara che la legna non può essere bruciata in spiaggia ma può essere data liberamente, affinché venga utilizzata in condizioni di combustione migliore: il caminetto di casa. Se la differenza sia sostanziale, è da chiedere a chi si occupa di questo per mestiere.
Oltre a ciò, c’è la nuova normativa nata per contrastare gli incendi incontrollati nella “Terra dei fuochi”, il legname spiaggiato è equivalente ai rifiuti abbandonati, e la combustione di questi rifiuti è reato, ovvero illecito penalmente rilevante, punito con pena carceraria dai 2 ai 5 anni, se non ci sono aggravanti. Provare per credere, persino molti agenti e dirigenti delle forze dell’ordine non lo sanno e la legge non vale solo per la Campania, ma per tutta Italia.
Tant’è, il nostro povero Matteo Cozzani non lo sapeva ed emette il 6 febbraio scorso una mitica ordinanza, la numero 2577, che verrà revocata una settimana dopo: “… dato atto che è venuta meno la necessità…”. Con tante scuse, anzi senza.

La legna però resta, con il problema gravoso dello smaltimento, il ministro dell’ambiente Orlando sentita ISPRA, ritiene più opportuno che venga smaltita in modo adeguato e poi passa al Ministero della Giustizia, data la maggior competenza in materia per un diplomato di liceo scientifico.
L’idea buona, però, arriva dal Comune di Riomaggiore che scova negli anfratti della Lunigiana una cooperativa di matti scatenati, la “Terra Uomini Ambiente”, che fa il lavoro di pulizia dei sentieri gratuitamente, con la formula della compensazione mediante il ritiro. Ovvero puliamo, ma ci teniamo gli sfalci e la legna, a costo ZERO. Bene, visto che sono impazziti, sulle spiagge è ancora più semplice che inerpicarsi per i sentieri, venite qui. Invece no, il riflessivo Matteo Cozzani, con firma dott. Roberto Pomo (funzionario e candidato sindaco PD a Follo), assegna il lavoro ad un’altra cooperativa per SOLI euro 5.917,00. Che dire, un altro affare.

Ma, visto che siamo in vena di affari, rinnoviamo un bel incarico di marketing (con firma dott. Roberto Pomo, sempre PD come prima), per la promozione del nostro bel paese, al costo di SOLI 4.880 euro (iva esclusa), a Giacomo Raul Giampedrone da Ameglia (ex-PDL), ex-portaborse di Luigi Morgillo (PDL-FI) e candido apolide partitico come Matteo Cozzani (ex-PDL), ora candido candidato con una lista ultra-civica alle prossime amministrative di Ameglia. Proprio come qui, una bella lista CIVICA, apartitica, ma con un po’ di FI (ex-PDL) dentro, e magari una spruzzatina di sinistra ed ex-grillini, per dare una lucidatina al simbolo elettorale. Del resto, rispetto all’incarico precedente si risparmia, visto che era costato SOLI 5.000 euro (iva esclusa).

Gli affari andavano bene ma riecco un’altra bomba, il solito Willy Coyote, anzi suoi parenti ma supereroi, come Batman, o i ben più terreni membri della famiglia Simpson. L’ingegnoso (quasi ingegnere) Matteo Cozzani patteggia una condanna ad un mese e dieci giorni di carcere con 400 euro di multa per contraffazione, alterazione e uso di segni distintivi di opere dell’ingegno, oltre a introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsificati. Ma vent’anni di berlusconismo non sono passati invano, e ormai possono farci credere che violare la legge, a volte, sia “sacrosanto”, e che rubare sia solo quando si svaligia un appartamento. Come si dice da queste parti: “Un reato? Non esageriamo… un piccolo reato, veramente piccolo, piccolissimo che nemmeno si vede. Chi non vende magliette copiate su internet? Sicuramente almeno una volta nella vita ognuno di voi ha venduto una o due magliette (o tre) copiate su internet. Non si scappa, fa parte della natura umana”. Insomma, un sindaco ha una natura umana, non è Batman, un sindaco è uno come gli altri. Ma fa il sindaco e per sua disgrazia dovrebbe dare l’esempio agli altri, anche se l’avvocato Andrea Corradino fosse riuscito a fargli abbassare ulteriormente la pena. Corradino? Lo stesso che è presidente della CARISPE, che ha concesso al Comune mutuo con fidejussione per 1.850.000? Si, ma è una pura combinazione. La provincia è piccola, brulica di avvocati, ma quelli buoni sono pochi.

E’ a questo punto che Luigi Morgillo (FI), altro fervente cattolico come il nostro Matteo Cozzani, vede una luce a Medjugorje e lo confessa su Facebook. Chissà se l’illuminazione ha dato la forza necessaria, la Forza Italia, anche a Cozzani e Giampedrone. Fatto sta che Matteo (Cozzani) ha deciso di mettere una croce sul passato e di ricominciare candido come una volta. E la croce l’ha messa davvero, in sala consiliare, con cerimonia officiante della deposizione per la gioia di tutti coloro che credono nella laicità delle istituzioni, in quanto credenti anche loro, anche se della stessa lista CIVICA di Matteo Cozzani. A questo punto il PD ha fatto sentire chiara e forte la propria voce… non esageriamo.

Eppoi via, Matteo Cozzani (il cognome serve, potrebbe confondersi con Renzi) verso nuove avventure, per la Seatrade Cruise Shipping Convention che si è tenuta a Miami dal 10 al 13 marzo 2014, dove è stato allestito uno spazio espositivo completamente dedicato al Golfo della Spezia, per SOLI 6.000 euro e pranzo al sacco. Un affare che porta affari.

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