Trasparenza, dove sei? Che non ti vedo?
Torniamo a parlare di trasparenza amministrativa, di accesso agli atti amministrativi ed alla relativa normativa, ovvero alle possibilità offerte ai cittadini che poco conoscono e che in molti casi le amministrazioni fanno finta di non conoscere.
La legge, o meglio le varie leggi che si sono succedute, hanno ampliato il campo alla trasparenza ed agli obblighi della pubblica amministrazione di rendere pubblici atti e permettere un più facile accesso ai documenti amministrativi, cosa a quanto pare, ancora piuttosto indigesta al Comune di Portovenere e poco conosciuta allo stesso difensore Civico Regionale della Liguria.
Ne avevamo parlato già anche in questo articolo, ma sembra proprio che il Comune non trovi pace, visto che è ritornato sul tema nell’ultimo Consiglio Comunale del 30.06.14 con un ulteriore regolamento sul diritto di accesso agli atti amministrativi, cosa ormai francamente inutile, visto che le leggi sono quelle e il Comune non può certo inventarsi artifici locali per fare come gli pare. Basterebbe applicare la legge e far studiare dirigenti e funzionari, invece di inventare regolamenti e cambiarli pochi mesi dopo.
Detto questo, vogliamo rendere noti alcuni punti fondamentali al Comune di Portovenere e al dott. Francesco Lalla, che tra l’altro è stato capo della Procura di Genova, ora in pensione ad esercitare la funzione di Difensore Civico Regionale, a quanto pare piuttosto distrattamente visto che gli sono sfuggite molte norme (come riportato dal nostro articolo) tra cui la legge 33/2013. Ma il dottore è rimasto solo al 1990 con la legge 241.
Ebbene, andiamo a leggere questa paginetta [NDR: ora non più online] (http://www.urp.it/Sezione.jsp?idSezione=2206), molto interessante, scritta dal dipartimento della Funzione Pubblica. I riferimenti normativi sono molteplici, ma è comunque scritta in maniera semplice e divulgativa, facile anche per i funzionari più ostici alle regole.
Dal 2009, ai sensi dell’art.11 del D. Lgs. n. 150/2009, la trasparenza è intesa come: “accessibilità totale (…) allo scopo di favorire forme diffuse di controllo del rispetto dei principi di buon andamento e imparzialità“. E qui, come avevamo scritto, il Comune di Portovenere era già inciampato impedendo un accesso proprio perché reo di voler effettuare una forma di controllo. Eh si, cari signori e signore del Comune, il Comune non è una ditta privata ma un ente pubblico, ovvero dipende dai cittadini che ne sono i principali azionisti di riferimento. Ma, a quanto pare, la cosa è dura da capire. Del resto, qui, siamo abituati anche a vedere terreno demaniale (PUBBLICO) usato per scopi privati senza che qualcuno dal “palazzo” dica nulla, anche se avvisato, e quindi facciamo come ci pare.
Ecco che subito troviamo un bel link con tutti i riferimenti normativi adatti alla bisogna [NDR: ora non più online]: http://www.urp.it/Sezione.jsp?idSezione=2207. Prego signori favorite.
Ma ecco che troviamo la più recente legge in materia (D.Lgs. 33/13) che chiarisce numerosi principi, su:
- obbligo di pubblicità su: situazioni patrimoniali di politici, e parenti entro il secondo grado, procedimenti di approvazione dei piani regolatori e delle varianti urbanistiche, ecc…;
- trasparenza: accessibilità totale delle informazioni che riguardano l’organizzazione e l’attività delle PA, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo democratico sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubblicazione dei dati sui siti istituzionali (chiaro, no?);
- pubblicazione dei dati e delle informazioni sui siti istituzionali: e qui come richiesto vorremmo vedere la LISTA (lista ripetiamo), aggiornata e perenne (almeno 5 anni), degli atti emessi a partire da gennaio, vista anche la confusione delle ultime settimane sull’Albo Pretorio online;
- totale accessibilità: (e qui riporto pari pari) si stabilisce il principio della totale accessibilità delle informazioni. Il modello di ispirazione è quello del Freedom of Information Act statunitense, che garantisce l’accessibilità di chiunque lo richieda a qualsiasi documento o dato in possesso delle PA, salvo i casi in cui la legge lo esclude espressamente (es. per motivi di sicurezza, ed evidentemente conoscere i dati di uno stabilimento balneare mette a rischio la stabilità dello Stato, o del Comune?);
- accesso civico: viene introdotto un nuovo istituto (tataaa! e qui martelleremo nelle prossime settimane). Questa nuova forma di accesso mira ad alimentare il rapporto di fiducia tra cittadini e PA (e qui ce n’è molto poca) e a promuovere il principio di legalità (e prevenzione della corruzione). – Corruzione? Che brutta parola! Qui siamo tutti amici. – Tutti i cittadini hanno diritto di chiedere e ottenere che le PA pubblichino atti, documenti e informazioni che detengono e che, per qualsiasi motivo, non hanno ancora divulgato. (Ad esempio il PUD – Piano di Utilizzo del Demanio – COMPLETO, non solo alcuni pezzi, con TUTTI gli atti relativi, a presto!);
- qualità e chiarezza delle informazioni: tutti i dati formati o trattati da una PA devono essere integri. Ma pensa, che ci volevano dare planimetrie censurate (!);
- obbligo di durata delle pubblicazioni. Si stabilisce la durata dell’obbligo di pubblicazione: 5 anni e comunque fino a che gli atti abbiano prodotto i loro effetti (fatti salvi i casi in cui la legge dispone diversamente);
- amministrazione trasparente: si prevede l’obbligo per i siti istituzionali di creare un’apposita sezione – “Amministrazione trasparente” – nella quale inserire tutto quello che stabilisce il provvedimento (seee, fantascienza);
- piano triennale per trasparenza e integrità: viene disciplinato il Piano triennale per la trasparenza e l’integrità – che è parte integrante del Piano di prevenzione della corruzione (di nuovo? Che brutta parola);
- pubblicazione dei curricula, stipendi e incarichi del personale dirigenziale: ma va? Noi abbiamo trovato qualche curriculum tirato via, una traccia non completa per quanto riguarda gli incarichi dirigenziali e zero stipendi. Forse abbiamo cercato male? Che dice Segretario?
Or dunque, partiamo dal concetto di trasparenza (sembra Fuffas), dovrebbe avere tre scopi:
- sottoporre a controllo diffuso (controllo diffuso? Che brutto termine, fa impressione eh?) ogni fase di gestione della performance per consentire il miglioramento, assicurare la conoscenza a cittadini e stakeholders (ditte e consulenti), dei servizi resi dalle amministrazioni, delle loro caratteristiche quantitative e qualitative, nonche’ delle loro modalita’ di erogazione (mica poco!);
- prevenire fenomeni corruttivi. Di nuovo! Eh, ma sono fissati, qui siamo tutti amici (!);
- promuovere l’integrita’ nelle pubbliche amministrazioni. Integrità? Vuoi dire che in Comune devono mangiare crusca e cibo integrale per migliorare le prestazioni intestinali?
E terminiamo con la chicca della bussola della trasparenza, sistema che dovrebbe valutare la qualità dei siti istituzionali e che vuol dire tutto o niente, cioè molto poco. Perché il sistema di monitoraggio informatico non è per nulla intelligente, valuta in pratica l’esistenza dei titoli nei siti istituzionali, non il contenuto, quindi, capite bene, non ha molto valore pratico.
Bene cari cittadini, amici del Comune di Portovenere ed egregio dott. Lalla, abbiamo soddisfatto, almeno in parte, la vostra voglia di sapere? Speriamo di si e a presto, visto che vogliamo sapere tutto sul PUD, oltre a voler vedere pubblicata la lista degli atti da gennaio 2014, per almeno 5 anni.