Navi portachiazze a Portovenere: una vecchia storia

/ Settembre 22, 2024/ ambiente, ARPAL, crociere, navi

Dal 2015 è noto che le navi da crociera ormeggianti davanti a Punta Castagna, puntualmente, alzano una coltre di fango (che semplice fango non è) nelle acque di Portovenere. Eventi segnalati ormai dieci anni fa, con buona pace di tutte le amministrazioni competenti, inclusa ARPAL. Il problema è ambientale a tutto campo, impatta anche sulle colture di molluschi e sul paesaggio. Tutto nasce da un punto di fonda ampliato nel 2013 per favorire il traffico crocieristico, su impulso del fu sindaco Matteo Cozzani, poi ex capo del gabinetto Toti in regione Liguria, ora alle prese con procedimenti penali di pubblico dominio.

Cominciamo dai fatti dello scorso martedì 17 settembre 2024, ma potremmo anche partire dallo scorso agosto e ancora prima negli anni. Basta trovarsi nel punto giusto all’ora giusta, quando una di queste navi da crociera per VIPs o quasi VIPs, cala le ancore davanti a Punta Castagna, proprio sotto al curvone panoramico del Cavo. Ecco il risultato in tre dei fotogrammi più significativi, parte di una ripresa durata 24 minuti con inizio antecedente al fenomeno. Non serviva certo la sfera di cristallo per sapere cosa sarebbe successo dall’inizio riprese a pochi minuti dopo. L’ancora sbattendo sul fondale fangoso crea una poderosa nube marina di cui noi vediamo solo una piccola parte in superficie, senza contare l’effetto delle eliche. Navi come queste hanno un pescaggio di almeno 6 metri, su un fondale di 12 metri nello specifico, non parliamo di grandi profondità quindi. Di seguito il video di 24 minuti, compresso in 24 secondi, per dare l’idea complessiva dell’evento, per nulla straordinario, ma ormai molto ordinario.

Questo il video dei 24 minuti condensati, raffigurante il “sussurro”, per nulla argenteo, della nave Silver Whisper (pescaggio 6,2 metri) della compagnia Silversea Cruises. Non l’unica purtroppo e nemmeno tra le più grandi navi che ancorano qui. Poco distante, l’isola Palmaria e alcuni allevamenti di mitili, per non dire le aree balneabili in stagione estiva. Ebbene, dobbiamo porci la domanda, cosa contiene quel fango? Grazie alle correnti è spesso il risultato di depositi di materiali di vario genere, provenienti da decenni dall’area portuale di La Spezia, per non dire un secolo e mezzo, risalendo alla nascita dell’Arsenale Militare. Ed ancora. ARPAL verifica tutti i possibili elementi di queste onde di fango? All’epoca (2015) il dott. Ferretti (Responsabile dell’Ufficio URP – Documentazione Ambientale di ARPAL) se ne lavò facilmente le mani, speriamo con acqua pulita.

Ebbene, l’inizio della storia risale al 2013, lo raccontavo nell’articolo “Più navi da crociera per tutti, che bella combinazione!“, il 20 luglio 2015, quando scrivevo:

Ma la combinazione dove sta? La combinazione sta nel fatto che tra agosto ed ottobre 2013 la Capitaneria di Porto risistema i punti di fonda con le ordinanze n.186 e n.245, scrivendo: “… ritenuto opportuno aggiornare le dimensioni del punto di fonda E1 in previsione che lo stesso oltre ad ospitare navi da passeggeri, possa essere meglio utilizzato quale luogo di rifugio… ” e nel novembre del 2013 il sindaco manda un comunicato stampa pubblicato identico su diversi giornali, tra cui la Gazzetta della Spezia, che il 18.11.13 riporta: “… “I numeri che abbiamo registrato quest’anno – commenta il Sindaco Matteo Cozzani – premiano le scelte dell’Amministrazione, che crede fortemente nel turismo crocieristico tanto da inserirlo all’interno del proprio programma di mandato. Fondamentale è stata la revisione del piano degli ormeggi che ha consentito la presenza contestuale di due navi. A riguardo sento di dover esprimere il mio più sentito ringraziamento al Comandante della Capitaneria di Porto della Spezia, Comandante di Vascello Enrico Castioni, che si è fin da subito adoperato per la revisione del piano. …“.

Per chi non si fa incantare dalle supercazzole, l’utilizzo del termine “luogo di rifugio” fu semplicemente la formula magica adottata per giustificare la presenza di due navi, come desiderato dal fu sindaco Matteo Cozzani. Tanto è vero che il punto “Echo 1” è sempre stato sfruttato ben oltre le necessità di mero rifugio. Non solo, in precedenza tale punto di fonda era riservato alle sole navi mercantili (questo si per rifugio vero) ed era una zona circolare di raggio 250 metri. Il comandante Castioni, nel 2013, porta il raggio a 300 metri (100 metri in più di diametro) e lo adibisce “ad ospitare navi da passeggeri“. Questa sotto l’ordinanza n.245/13, la circonferenza più piccola riguarda un altro punto di fonda denominato “Echo 1a” adibito, anche questo, a navi da crociera di minori dimensioni. Appunto, la seconda nave.

Osservando la carta nautica, oltre alla profondità riportata (12 metri), possiamo notare gli effetti generati dalle navi ancorate alla ruota (con una sola ancora, come avviene sempre) nel punto Echo 1, soprattutto per quelle di maggiore stazza. In genere succede questo. La mattina abbiamo venti dal quadrante nord-est e la nave copre la visione di Torre Scola (o Torre Scuola come denominato in mappa) per chi si reca dal paese verso la zona Olivo. Non è un dettaglio, è un elemento paesaggistico e storico importante che sparisce dalla visione. Non per nulla a Roma liberano gli spazi davanti al Colosseo occupati dagli ambulanti (ben più piccoli delle navi) e ciò dovrebbe avvenire in ogni luogo di importanza storico paesaggistico. A Portovenere no. Da sentire la Soprintendenza di Genova su questo punto. Non solo, per chi osserva dall’altra parte del Golfo, da Lerici, come da Monte Marcello o La Serra, con frequenza, queste navi fanno da vero e proprio tappo. Grazie anche alla conformazione costiera che si stringe verso le Bocche, la zona dove sorge la chiesa di San Pietro. Dal lato est del Golfo, quindi, si perde totalmente la visione dell’isola Palmaria come distaccata dal borgo di Portovenere e la costa continentale. Sembra un unico blocco. Anche qui una perdita del valore paesaggistico. Ma capisco che ciò non interessi coloro che su queste crociere medio-alte ci lucrano in maniera diretta o indiretta, ben pochi, anzi pochissimi, visto che le ricadute sul territorio sono di fatto inesistenti. Mentre non capisco (eufemismo) come possa non interessare gli amministratori locali, in particolare la sindaca Sturlese, erede politica del sindaco Matteo Cozzani.

Del resto, come già detto, fu per “meriti” del fresco neo-sindaco Cozzani che si diede il via a queste sfilate di navi in sfregio ai luoghi. Addirittura anche frontalmente alla Punta di S. Pietro, oltre le Bocche, tanto per farle rimanere sullo sfondo delle foto dei turisti e non per puro divertimento, ma per vera e propria strategia di marketing, ovviamente tutta a favore del becero crocierismo da impatto ambientale molto social. Il vero punto di partenza rimase agli atti nel mio articolo scritto ad un anno dall’inizio del primo mandato Cozzani, quando scrissi in merito alla sua trasferta oltre Oceano:

Eppoi via, Matteo Cozzani (il cognome serve, potrebbe confondersi con Renzi) verso nuove avventure, per la Seatrade Cruise Shipping Convention che si è tenuta a Miami dal 10 al 13 marzo 2014, dove è stato allestito uno spazio espositivo completamente dedicato al Golfo della Spezia, per SOLI 6.000 euro e pranzo al sacco. Un affare che porta affari.

Ma prima di concludere vorrei far notare alcuni elementi dal filmato di cui sopra. Osservate la pilotina inizialmente posizionata a fianco della poppa della nave. Uno scafo blu scuro con la parte superiore bianca. Ebbene, quella è l’imbarcazione del pilota portuale, colui che sale al comando della nave proprio per le operazioni di ancoraggio. Si nota che la nave ha appena calato l’ancora, non è ancora stabile alla fonda che viene calata la scialuppa (arancione-bianca), subito posizionata al varco laterale della nave per caricare i primi turisti che, di corsa, devono già sbarcare in paese. Solo dopo la pilotina si avvicina allo stesso varco per riportare a bordo il pilota, al termine del suo intervento sulla plancia della nave. Il pilota e i suoi uomini se ne vanno tranquillamente attraversando le acque melmose. Mi chiedo e chiedo a coloro che fanno questo mestiere: avete mai una volta scritto su un vostro rapporto all’Autorità Portuale e/o alla Capitaneria di Porto di queste acque fangose? Sarebbe interessante saperlo, ma sono quasi certo che ne resterei deluso.

Per chi volesse approfondire gli episodi passati, di seguito i link ai precedenti articoli sul tema.

Condividi questo post