Sporting Beach (Portovenere – SP): arroganza senza limiti. Anzi, i limiti ci sono ma per gli altri

/ Maggio 14, 2015/ abusi, ambiente, giustizia, spiagge, Sporting Beach - Portovenere (SP)

Sporting Beach (Portovenere - SP) com'è ora: maggio 2015

Sporting Beach (Portovenere – SP) com’è ora: maggio 2015

Ricomincia la stagione balneare e già rispuntano illegittimità e abusi di varia natura e tra questi rispunta la questione (anzi le questioni) relative allo stabilimento Sporting Beach, in zona Olivo a Portovenere (SP). Per chi ha seguito le diverse vicende, ricorderà i vari articoli, anche a puntate (che riprenderanno prossimamente), relative ai numerosi abusi prodotti nel tempo nell’area dello stabilimento Sporting Beach (ex-stabilimento Royal Sporting).

Difatti di stabilimento parliamo, ma più che balneare parrebbe uno stabilimento dedito alla produzione di abusi in area demaniale e non, ma comunque in area sottoposta a vincolo paesaggistico e parte della lista UNESCO.

Ebbene, a fatica, nel 2013 (ordinanza 2518 del 13.07.13 a firma dott. Roberto Pomo, sindaco-ticket Pistone-Nardini, PD), il Comune di Portovenere dovette emettere un’ordinanza, piuttosto farlocca, ma che prendeva comunque in considerazione una lunga serie di abusi, tranne i due abusi più importanti. Ecco perché farlocca, mancavano nella lista degli abusi chiaramente esplicitati: una scogliera abusiva (una bella massicciata fronte stabilimento totalmente abusiva) ed un cordolo in cemento dietro la scogliera in difformità (passata da 20 a 60 centimetri d’altezza e più).

Gli sperticati giochi verbali dell’ordinanza riuscirono a celare, nel marasma degli abusi, i due punti fondamentali, e perciò si passò rapidamente ad una sanatoria altrettanto spericolata e francamente piuttosto ridicola, per chi dovesse conoscere nel dettaglio le questioni messe in campo. Ne scrivemmo ampiamente. L’iter della sanatoria subì una rapida accelerazione lo scorso anno, da parte della Regione, che emise un provvedimento di accoglimento della sanatoria paesaggistica (la parte urbanistica pare ancora da gestire, ma è in pratica una fotocopia) lasciando la parte finale al Comune che avrebbe dovuto emettere una sanzione e far rispettare una serie di prescrizioni che di fatto avrebbero anche consolidato la scogliera abusiva, invece di demolirla.

Ebbene, la sanatoria è ora in un limbo, ferma da un anno, che sia segno buono o no è ancora difficile dirlo, fatto sta che più il tempo passa, senza definire la vicenda, e più si rischia che finisca tutto in una bolla di sapone, con danni ambientali ed erariali conseguenti (come se non ci fossero già stati sino ad oggi). Ma perché la sanatoria è ferma? Beh, il sottoscritto ha fatto presente ai vari enti una serie di profili di illegittimità, sia dell’ordinanza che della sanatoria stessa, che potrebbero invalidarne l’iter se, per caso, qualche associazione ambientale volesse gentilmente occuparsene impugnando la questione al TAR una volta concluso l’iter da parte del Comune.

Ebbene, in attesa che qualche associazione ambientale (di nome e di fatto) agisca (le mie carte sono a disposizione) lo stabilimento continua la sua “politica ambientale” e fra le tante, l’ultima, che era l’unica piccola conquista ottenuta a fatica (da Comune e Capitaneria di Porto) dopo lunghissima querelle, un palo con cime posto stagionalmente a limitare, anzi impedire, l’utilizzo della battigia (ormai scogliera) da parte dei bagnanti ed avventori della spiaggia limitrofa.

Nelle foto vedete com’era posizionato il tutto nel 2014 e com’è ora (ovvero com’era anche prima del 2014). La cima arancione che si collega ai galleggianti posti al limite dello specchio acqueo in concessione è naturalmente libera di fluttuare in alto e soprattutto di fare inciampare le persone (tra cui anziani e bambini) frequentatori della zona, ma soprattutto assieme al palo e all’altra cima che va verso terra, fa parte di un sistema illegittimo che invita a non passare lungo una fascia demaniale che per legge deve essere priva di ostacoli ed al libero uso dei cittadini, con il solo limite di non potervi stazionare con asciugamani o altro, ovvero impedendone a loro volta l’uso e l’attraversamento.

Bene, vedremo se vincerà l’arroganza del titolare dello stabilimento, che evidentemente si sente in una botte di ferro, o se avranno la meglio i diritti di tutti e quanto tempo impiegheranno le autorità ad accorgersi della cosa (più il resto) nonostante le già inviate segnalazioni ufficiali.

Concludiamo con un appello: associazioni ambientaliste se ci siete battete un colpo, anzi attivatevi, anche per una spiaggia che non sta in un centro cittadino. A presto.

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Breve integrazione: dopo alcuni giorni, l’intervento delle autorità ha almeno ripristinato l’accesso alla battigia dal lato della spiaggia libera in maniera più consona alla legge, come ottenuto nel 2014. Ma ci sono volute due PEC perché in un primo momento il titolare ha aperto il varco si, ma molto stretto. Se non è arroganza questa.

Sporting Beach (Portovenere - SP) com'è ora: maggio 2015

Sporting Beach (Portovenere – SP) com’è ora: maggio 2015

Sporting Beach (Portovenere - SP) com'era: 2014

Sporting Beach (Portovenere – SP) com’era: 2014

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