Portovenere (SP): il red carpet lascia sulla strada chiodi e spese misteriose

/ Agosto 30, 2017/ ambiente, amministrazione, trasparenza

Ben lontana dall’essere chiarita, la storia delle spese per installazione, rimozione e smaltimento del red carpet, lascia come ulteriore strascico i chiodi sulla scalinata di S. Pietro.

Del tappeto rosso, molto discutibile iniziativa (ad essere gentili) della giunta regionale di Giovanni Toti, si è scritto molto e molto male. Basta vedere la galleria fotografica degli orrori che gira in rete, grazie alla raccolta di Federico Valerio, oltre ad una piccola parte che riguarda Portovenere pubblicata da me. In realtà, la questione per Portovenere non si è conclusa qui: sono rimasti ancora molti chiodi piantati nella pavimentazione nella parte finale del carruggio e sulla scalinata che porta alla chiesa di S. Pietro. Una cosa orribile che ho documentato, parzialmente, questa sera (30 agosto 2017), ben dopo la cosiddetta rimozione. Come visibile da una parte delle fotografie scattate, diversi chiodi hanno ancora lembi di tappeto.

Oltre agli aspetti estetici e danni, per Portovenere è rimasta sconosciuta la questione spese, almeno per il pubblico. Ho chiesto pubblicamente più volte, visto che sindaci vari avevano accettato o meno, sobbarcandosi spese o rifiutando il tappeto (proprio per le spese), che il Comune di Portovenere pubblicasse i relativi documenti. Di questo nulla è apparso, tranne la banale e succinta delibera di “Adesione e patrocinio – Campagna dei red carpets”. Dal titolo, in effetti, sembra riguardare un gruppo musicale pop-folk. Ad ogni modo, nel documento si scrive: “… VISTA la richiesta di adesione e supporto presentata all’Amministrazione per la buona riuscita dell’evento…“, ed è curioso che in tutta la stringatissima delibera non appaia il nome/titolo del richiedente. Curioso.

Poi ho letto un’intervista in cui il sindaco Matteo Cozzani diceva: Il red carpet è stato una perfetta operazione di marketing che al Comune non è costata nemmeno un euro. Il costo del personale per l’installazione è stato sostenuto dall’impresa alla quale ci siamo rivolti come sponsorizzazione, mentre la spesa materiale del tappeto è stata sostenuta dalla Regione.“. In questo articolo sotto, invece, si scrive: “Ai sindaci che hanno aderito, è stato richiesto di curare il posizionamento e la manutenzione.“.

In realtà ci sarebbe anche la rimozione e lo smaltimento. Quindi mi sono chiesto e ho chiesto: Portovenere è l’unico Comune che è riuscito a fare tutto senza spendere un euro? Eppoi, quale sarebbe questa ditta che si è accontentata della sponsorizzazione? Mi sarà sfuggito, ma non ne so il nome. Dove sarebbe apparso? Manifesti? E soprattutto (ad oggi) non è apparso nulla all’albo pretorio, di cui sono attento lettore. Può pubblicare il sindaco, gli accordi di sponsorizzazione che diano spiegazione in merito alle non spese di installazione, rimozione e smaltimento? Grazie.

Detto fatto, il sindaco risponde non a me, dato che non ho più l’onore da tempo di poter intervenire sul suo gruppo di fan preferito, visto che da lì sono stato espulso e censurato (e altro). Risponde in questo modo: “… noi abbiamo semplicemente chiesto alla ditta che ci fa il service per gli eventi quanto voleva per l’installazione… ce lo hanno fatto come sponsorizzazione.“.

Beh si, perché formalizzare? Siamo tra noi, un ente pubblico e una ditta privata. Ma poi quale sarebbe la ditta? E dove appare la sponsorizzazione?

Insomma, qui mi parte l’embolo. Mi scusi sig. sindaco Matteo Cozzani, ma sta scherzando o scrive seriamente? Lei è bravo con le parole, peccato che ci siano cose che non funzionino in questo modo. Lei è l’amministratore di un ente pubblico, non di casa sua. Se lei ottiene un “favore” come ente pubblico, questo “favore” lo deve comunque formalizzare, per correttezza, per trasparenza (soprattutto), per dovere istituzionale (per dovere appunto), anche per evitare che possano esserci, ad esempio, ipotizzati scambi di favori poco chiari. Lei non deve dare adito nemmeno ad ipotesi in merito all’uso del proprio ruolo. Un amministratore pubblico deve agire con formalità e trasparenza. Qui non vedo entrambe le cose. Ci sono accordi di sponsorizzazione con questa ditta? Li pubblichi! Soprattutto con una vicenda in corso, come la questione della sponsorizzazione occulta dell’Autorità Portuale, lei dovrebbe agire nella massima trasparenza, non come pare a me tanto i cittadini sono contenti. Io non sono contento, sig. sindaco, di queste modalità opache. Se una ditta (che ancora non sappiamo quale sia) accetta di fare un lavoro gratis (ci sono anche i chiodi da togliere), o con uno scambio di sponsorizzazione, sarebbe il minimo che apparisse in giro una cosa del genere: “L’installazione, la rimozione e lo smaltimento del red carpet sono state sponsorizzate dalla ditta Pinco Palla di Pinco Palla Giuseppe” e che venissero pubblicati gli atti formali. Mi spiace sig. sindaco, non accetto questa faciloneria da un amministratore pubblico.

Detto questo, ovviamente senza risposta alcuna, arriva l’articolo di Sondra Coggio.

Che per fortuna (o sfortuna per altri) fa la giornalista, non si limita alle notizie dei comunicati stampa. Approfondisce, scopre il nome della ditta. Giusto perché era uno sponsor. Anche a lei (evidentemente), la questione risulta poco chiara e trasparente e scrive. E il sindaco che fa? Risponde come dovrebbe rispondere un amministratore pubblico? No, la “banna” dal proprio profilo personale su Facebook. Beh, che dire: è la stampa bellezza! Una presa di posizione non proprio responsabile e adulta, segno evidente di debolezza. Io, francamente, mi chiedo se il sindaco non abbia bisogno di aiuto, magari da una persona che sia in grado di ricoprire più adeguatamente il ruolo. Per la verità la questione dell’Autorità Portuale, anche lì con sponsorizzazioni e versamenti di soldi alle ditte di famiglia e personale, mi pareva ben sufficiente per rassegnare le dimissioni, se non altro per opportunità etica. Ma se proprio vuole rimanere fino a fine mandato, almeno si faccia supportare da qualcuno che sappia come muoversi. Non scordiamo, però, che rimangono queste domande: la rimozione del tappeto, con i chiodi rimasti piantati, è stata fatta dalla solita ditta? E dello smaltimento che ci dice sindaco? Sarebbe bene avere documenti non chiacchiere. Questo non per un favore verso di me, ma per un dovere suo nei confronti della cittadinanza. Grazie.

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